Si sente e si legge poco sui giornali ma ad Ascoli Piceno, partendo dal Polo scientifico, tecnologico e culturale (“termine che è appesantito da negatività dato che se ne parla da 10 anni” dice Campanella “ e si dovrà pensare a chiamarlo in altro modo”) sarà l'arma vincente.
Un nome per il Polo Restart forse lo ha già trovato: SeedLab. E' questo il progetto pilota di Polo scientifico che Campanella e il suo team ha portato all'approvazione del cda di Restart Spa. Progetto approvato all'unanimità. In tre anni si conta di avviare quindici nuove imprese.
É un percorso formativo che farà di dottorandi e tecnici con idee innovative nuovi imprenditori. Un percorso che prevede una tappa sulla managerialità. Regione Marche e Provincia di Ascoli stanno racimolando risorse (600 mila euro dal Fse) per una sperimentazione biennale del progetto che è già attivo in ambito nazionale e tra le idee selezionate c'è anche quella di un ascolano, l'ingegnere Massimo Tedeschi. Si chiama Terre Picene e punta sulle attività di riqualificazione ambientale di siti inquinati. SeedLab ne vuole fare un'impresa di carattere nazionale.
Le caratteristiche del Polo tecnologico presentate da Giuseppe Campanella prendono le mosse da esempi nazionali e internazionali: si va da Como Next, parco realizzato a Como e molto vicino a ciò che sarò realizzato ad Ascoli, allo Yozma Fund in Israele che rappresenta un cult dell'innovazione e ricerca nel mondo.
La ricetta per realizzare un Polo scientifico per Campanella ha pochi ma sostanziali ingredienti che possono fare un buon piatto a patto che si faccia a meno di critiche sterili e strumentali. Il censimento di aziende interessate a far parte del progetto, scuole di dottorato possibili grazie al fatto che nelle Marche ci sono quattro università, laboratori (le imprese potrebbero consorziarsi e, in uno sforzo corale, anziché affidarsi a laboratori esterni potrebbero convergere in quello del Polo, creazione di master per manager, un incubatore di imprese e infine un business park, costituiscono un cocktail virtuoso per raggiungere l'obiettivo.
Tradotto vuol dire a regime un investimenti di oltre 20 milioni di euro. Risorse che arriveranno da fondi d'investimento. “Ora tocca agli ascolani – dice Campanella – noi abbiamo creato degli indirizzi da riempire di contenuti. Un fondo rotativo fatto da imprese che vogliano investire poco, 50 o 100 mila euro ciascuno, potrebbe già dimostrare l'impegno del territorio che crede in questo progetto”.
Restart intanto ha puntato 1 milione di euro su SeedLab per dare un avvio vero al Polo scientifico. “Il nostro progetto è una proposta – dice il presidente di Restart Franco Gaspari – e prima dell'estate sarà proposta ad un tavolo al quale parteciperanno tutti gli attori del territorio che nel progetto Ascoli21 vedono la ripartenza dello sviluppo economico nel territorio piceno. Un tavolo del quale farà parte anche TecnoMarche (parco scientifico e tecnologico delle Marche, ndr) da cui vogliamo un contributo fattivo.
Stiamo lavorando per il territorio e non contro, non avrebbe alcun senso”.
Tra le urgenze dell'ex area Carbon c'è il problema degli ex lavoratori che in questo periodo hanno perso la mobilità e si trovano quindi senza risorse economiche. Per questo il sindacato, Cgil in testa con il suo segretario Giancarlo Collina preme per accelerare il progetto, convinto che possa essere la soluzione al quadro di crisi che ha colpito il Piceno già dal 2005.
E quando si parla di tempi entra in ballo il Comune di Ascoli che sta lavorando al Piano di recupero urbano dell'ex area Carbon. “Conosciamo tutti molto bene il problema di questi lavoratori e delle loro famiglie – dice il sindaco Guido Castelli – e assicuriamo che non stiamo con le mani in mano. Dei 90 giorni per la valutazione del Pru ne sono già trascorsi trenta. Occorre dire che ci sono regole che vanno rispettate e nonostante l'inquinamento di questa parte della città si sia accumulato in un secolo, crediamo che il prossimo anno quei lavoratori potranno già essere impiegati per le fasi preliminari di bonifica”. E' l'obiettivo anche di Restart che ha presentato ad agosto scorso il piano operativo di bonifica, ma l'Arpam, l'agenzia regionale per la protezione ambientale, vuole conoscere la destinazione d'uso delle zone all'interno dell'area inquinata prima di dare l'ok.
Sul fronte istituzionale, presenti i due assessori regionali Sandro Donati (Ambiente e Energie Rinnovabili) e Antonio Canzian (Piceno, Commercio, Erp), c'è un fronte unito con Comune e con il presidente della Provincia Piero Celani che con Villa Tofani dichiara di aver già dato il via al Polo scientifico prevedendo di collocare in quell'edificio TecnoMarche e forse SeedLab.
Antonio Canzian da una prospettiva possibile per recuperare risorse al progetto di riqualificazione con il Protocollo Val Vibrata val Tronto che è l'unico tra gli otto sospesi ad essere di valenza interregionale (Marche e Abruzzo). Le due Regioni si stanno adoperando molto e presto dovrebbe esserci l'incontro con il ministro Passera. Il progetto Carbon, ricorda l'assessore Donati era stato indicato come prioritario dal presidente Gian Mario Spacca al predente governo. C'erano in ballo 30 milioni di euro per le infrastrutture che con il terremoto in Abruzzo sono stati congelati.