A 50 anni e con 2 figli licenziata da Poste Italiane.
Ascoli - "Sono alla soglia dei 50anni e lavoro con poste dal 2001 con contratti a tempo determinato.All'epoca avevo due bambini di 1anno e 5 anni.
Quei contratti a tempo determinato per me erano un sollievo a livello economico...quindi li ho sempre accettati.Poi iniziano i vari ricorsi in poste e decido di accordarmi con poste continuando a lavorare a tempo determinato e successivamente con una assunzione definitiva ,con graduatoria ,nella zona di residenza.Tutto ciò fino al 2009 ,quando poste decide di non fare più contratti a tempo determinato ,chiamando fuori graduatoria ed offrendoci un lavoro a centinaia di Km di distanza Allora, insieme ad altri , decidiamo di percorrere la strada del ricorso. Vinciamo sia in primo grado che in secondo grado,5 persone con giudici diversi..quindi poste e costretta ad assumerci a tempo indeterminato nella sede relativa ai contratti.
Bene vengo riassunta e poi trasferita
nelle sperduta campagne di Rovigo.... nonostante figli piccoli e
legge 104. Devo quindi intentare una nuova causa,anche qui primo e
secondo grado mi danno ragione,quindi ottengo trasferimento ad
Ascoli. Finalmente inizio ad avere una stabilità economica e
famigliare...chiedo a Poste di fare un accordo restituendo
l'indennizzo lordo che mi avevano dato ...Poste mi dice ok ma la sede
di lavoro sarà Rovigo. Naturalmente non posso accettare e Poste mi
porta in Cassazione.
Bene, la Cassazione ha dato sempre
ragione al lavoratore...ma questa volta mi dà torto ....e Poste mi
licenzia come le altre mie colleghe di disavventura, perché Poste
non fa uso di contratti a tempo determinato....nonostante i dati
presentati siano difformi da quelli presenti nella relazione della
Corte dei Conti.
Lei dirà la giustizia ha sentenziato..ma io oggi 50enne zona terremotata e in pandemia come vivo?
Si può emettere una sentenza sfavorevole al lavoratore dopo 10anni ...per di più non tenendo conto dei dati forniti da un organo di controllo super parte....dopo il mio licenziamento nel PDD di Ascoli sono stati assunti circa 15 persone a tempo determinato.
Di questa situazione le conseguenze le pago solo io...qualche giudice avrà emesso una sentenza sbagliata...visto che gli atti sono sempre gli stessi dal primo grado alla cassazione.
Inoltre io il mio lavoro l'ho svolto sempre in maniera egregia...portavo tutti i mezzi dell'azienda ,compreso il famigerato scooter,ed ero una delle poche portalettere certificata a svolgere il lavoro interno nei piccoli PDD...per non parlare della conoscenza del territorio.
Roma non ha tenuto conto minimamente delle competenze raggiunte...ma ha continuato imperterrita a produrre precariato. Mi chiedo se fosse stata una piccola azienda sicuramente io ancora lavoravo...l azienda ha investito per darmi le competenze che avevo...ma poi mi ha lasciata a casa come una nulla facente.....gli anni sono passati ed io mi trovo con in pugno di mosche in mano...nonostante la mia buona volontà..."