I segreti del vaticano: da Gotti Tedeschi a Paoletto 'il corvo'

I segreti del vaticano: da Gotti Tedeschi a Paoletto 'il corvo'

Dopo l'arresto del maggiordomo ora se ne attendono altri, spunta una donna

Tutto è cominciato giovedì 24 maggio quando il banchiere prof. Ettore Gotti Tedeschi nominato nel settembre del  2009 da Benedetto XVI a presiedere lo IOR –Istituto Opere di Religione – è uscito dal Torrione di Nicolò V sbattendo la porta in quanto “sfiduciato”dagli altri membri del Consiglio per comportamento “imprudente, inaccurato ed eccentrico”. Il Consiglio lo ha anche accusato di essere uno dei corvi che hanno reso pubblici documenti riservati del Governatorato della Chiesa.
 Lo Ior è nato agli inizi degli anni quaranta ed amministra i beni della chiesa e Gotti Tedeschi , banchiere da sempre vicino all’Opus Dei, era stato incaricato dal cardinale Bertone sin dal 2008 di risanare le finanze  del Vaticano. Secondo i quattro cardinali che compongono la commissione dello IOR, Gotti Tedeschi sarebbe stato “incapace di difendere la banca di fronte a notizie imprecise pubblicate sui giornali, ma anche eccessivamente accentratore ed avrebbe assunto comportamenti sbagliati ed erratici”.
La stretta di vite sui presunti corvi è avvenuta dopo la pubblicazione del libro di Gianluigi Nuzzi che contiene un gran numero di documenti riservati e missive private giunte a Sua Santità su vicende riguardanti il caso Boffo,il caso Viganò, contatti con alti esponenti italiani su temi etici.
Venerdì 25  il Cardinale Angelo Bagnasco – presidente  della CEI Conferenza Episcopale Italiana– in una affollata conferenza stampa   convocata  alle ore 12 in una sala riservata dell’aula Paolo VI, alla  quale chi  scrive era presente,rispondendo ad una domanda   sulla trasparenza delle finanze vaticane diceva  di essere d’accordo sul sentiero intrapreso “Non posso che convenire” mentre riguardo le divisioni esistenti nella Curia  affermava “il male è presente ovunque in diverse forme,il peccato è sintomo di divisione”.
In quelle ore  veniva arrestato dalla Gendarmeria Vaticana il maggiordomo del Papa Paolo Gabriele una delle figure più vicine al Pontefice, sospettato di essere uno dei “corvi” che hanno trafugato, all’esterno del Vaticano, carte segrete e  missive private di Papa Ratzinger.
Paolo Gabriele,romano di 46 anni, sposato con tre figli e soprannominato Paoletto,è l’aiutante di camera di Benedetto XVI dal 2006,quando  prese il posto di Angelo Gugel“storico”maggiordomo
di Giovanni Paolo II. Il portavoce vaticano Padre Federico Lombardi ha spiegato che :”l’uomo è in stato di detenzione e sorvegliato a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti”. Il maggiordomo, cittadino vaticano, è stato arrestato dalla Gendarmeria perché “in possesso illecito di carte riservate” e Padre Lombardi conversando con i giornalisti ha rivelato che  il Promotore di Giustizia Prof.Paolo Picardi ha “contestato a Paolo Gabriele il reato di furto aggravato, che si è ad uno stadio iniziale del procedimento penale”. Lombardi ha anche evidenziato il fatto che i documenti riservati sono stati “rinvenuti nella sua abitazione  in territorio vaticano e che quindi l’inchiesta è di stretta competenza della magistratura vaticana – ed ha aggiunto – c’è stupore e dolore  e grande affetto nei confronti della famiglia,l’augurio è che possa superare questa prova”.
Secondo quanto riferisce l’ANSA “l’indagine si svolge a tutto campo, non si escludono complicità e nessuna pista….Viene tenuta al corrente dell’indagine penale contro Gabriele anche la commissione dei tre cardinali,Herranz,De Giorgi e Tomko incaricata dal Pontefice lo scorso aprile di coordinare l’inchiesta in tutti gli organismi della curia romana per stanare i responsabili della fuga di documenti,come alcune lettere di mons.Carlo Maria Viganò attuale nunzio a Washington contro la “corruzione” nel Governatorato Vaticano,appunti sullo IOR del card.Nicora, un appunto riservato di Padre Lombardi sul caso Orlandi”.                      
Improbabile che per Paolo Gabriele possano riaprirsi le segrete di Castel Sant’Angelo, le carceri ove dimorò Benvenuto Cellini o possa essere affidato a Mastro Titta “Boia di Roma”, originario di Senigallia, e celebre esecutore di sentenze capitali dello Stato Pontificio,più probabile invece una detenzione in una delle ville papali di Castel Gandolfo o il trasferimento in un carcere della nostra Repubblica.

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