Una manifestazione voluta dal presidente Umberto Trenta al quale sono andati i ringraziamenti del sindaco Guido Castelli e di tutto il Consiglio.
La commemorazione ha vissuto due momenti: il ricordo umano di Giovanni Falcone da parte del giudice Emilio Pocci, l'intervento del Procuratore della Repubblica Michele Renzo, e il Conferimento attestato di riconoscimento del Consiglio Comunale come "cittadino emerito della città di Ascoli Piceno" ai militari dell'Arma dei carabinieri: Capitano Nino De Luca, Brigadiere Andrea Felicetti e Appuntato scelto Nicola Di Pietro.
Pocci ha ricordato il suo incontro a Roma con Falcone quando era stato appena nominato, direttore degli Affari Penali al ministero di Grazia e Giustizia. «Giovanni aveva una grande umanità – racconta Pocci – e quando gli dicevo che doveva farsi assistere da una scorta nella Capitale mi rispose pacatamente che la mafia a Roma non lo avrebbe colpito perché agisce soltanto quando ha il controllo completo di un territorio e lo avrebbe fatto solo in Sicilia quindi.
Fu un buon profeta del suo destino». Falcone, ricorda il giudice Pocci, guidava sempre personalmente la sua macchina di servizio.
Era al volante anche nel momento del della strage, quando una terribile esplosione distrusse il tratto di strada a Capaci ingoiano la sua auto e quelle della scorta. Il Procuratore Renzo ha sottolineato come il riconoscimento della città ai Carabinieri denoti lo spirito pacifico dei cittadini piceni. Ad Ascoli Piceno il capo della Procura picena ha detto di trovarsi da “italiano felice” e ha ringrazioto il presidente del Consiglio comunale per la cerimonia di commemorazione di Giovanni Falcone.
Commosso il comandante provinciale dei Carabinieri Alessandro Patrizio. «E' stata un riconoscimento graditissimo – dice Patrizio - che ci ha colto di sorpresa e del quale speriamo di essere degni con il nostro lavoro sul territorio».
Immagini di Ana Guerra e Mariano Gutierrez