Patrimonio comunale svenduto, assemblea pubblica a Colli del Tronto

Patrimonio comunale svenduto, assemblea pubblica a Colli del Tronto

Pd e Rifondazione Comunista denunciano scelte sbagliate dell'attuale maggioranza

Fabio Straccia e Giovanni Agostinelli del Pd insieme a Paula Amadio e Domenico Cantalamessa del Prc hanno evidenziato una situazione davvero singolare dal punto di vista della programmazione politica sul piano di alienazione del patrimonio pubblico di proprietà comunale.
A Colli del Tronto guida il Comune il sindaco Tommaso Cavezzi, suo vice è Andrea Cardilli (Idv), a capo di una giunta che si definisce apartitica, ma conta 4 iscritti all'Idv, nata sulla scorta di una lista civica che aveva preso le forme dall'Associazione ambientalista Ermo Colle.
L'Ermo Colle era nata per contrastare una lottizzazione che la precedente giunta di centrosinistra voleva realizzare. Sulla spinta di quella battaglia ambientalista Rifondazione Comunista era uscita dalla maggioranza nel 2009. Solo che il mantello ambientalista sembra si sia dissolto nel vento perché da quando c'è questa nuova amministrazione Colli del Tronto vanta un impianto fotovoltaico rurale di 2 mega watt complessivi, una bella ferita sul paesaggio tanto caro a Tullio Pericoli, e ora Pd e Prc guardano sbigottiti alle scelte del Comune in fatto di alienazioni patrimoniali.
La storia. L'edificio nel quale attualmente si trovano gli uffici comunali è fatiscente. Si trova su tre piani e non è affatto a norma. Non è antisismico e il tetto lascia a desiderare dopo che era stato rifatto sulla base di travi di ferro che, forse per calcoli errati, ha aumentato il peso sulla struttura sottostante creando instabilità.
Così  sindaco e giunta hanno deciso di traslocare … ma dove?
Era logico pensare all'ex scuola, una destinazione già prevista dalla vecchia amministrazione di centrosinistra. Sarebbe stata messa a posto con circa 200 mila euro, cinquantamila dei quali erano già impegnati a bilancio da tre anni. In quella stessa struttura poteva trovare collocazione anche l'ambulatorio medico.
Niente di tutto questo. Il sindaco Cavezzi e la sua maggioranza avevano scelto di traslocare in piazza 25 Aprile, ora forse la scelta è in discussione visti i costi per la ristrutturazione dell'edificio scelto.
Il Comune di Colli del Tronto in ogni caso pare aver scelto la via della managerialità solo che non pare alla minoranza politica una prassi virtuosa visto che le aste per il patrimonio da vendere sono state fatte al ribasso.
E in un momento critico come questo significa svendere. Lo stato dell'arte nel piano alienazione del patrimonio pubblico è il seguente: l'ambulatorio medico e l'area dell'ex depuratore sono state vendute in seconda battuta, e quindi con ulteriore ribasso, complessivamente a 70 mila euro.
Deve essere fatta l'asta per l'ex mattatoio comunale battuto in prima istanza a 98 mila euro con asta andata deserta. Se questo locale venisse venduto dove andrebbero i mezzi comunali visto che in quel luogo attualmente c'è l'autorimessa? Secondo Pd e Rifondazione Comunista il fatto più grave però è rappresentato dalla messa in vendita proprio dell'ex scuola che pareva la scelta più logica dove trasferire la sede comunale. Qui tra l'altro è stato già trasferito l'archivio municipale.
La struttura è in mezzo al verde e forse dietro c'è la possibilità di una bella speculazione edilizia. L'ex scuola ha una cubatura di 3.383 metri e per variante urbanistica, piano casa e decreto Ronchi potrà aumentare del 10%. Quindi con un'area di 722 metri quadrati è fissata una base d'asta di 327 mila euro. Dicono che ci potrebbero realizzare circa 12 appartamenti. Ma perché accade tutto questo?
Sindaco e giunta sostengono che le alienazioni del patrimonio debbono essere fatte per terminare i lavori del sottopasso ferroviario, ma quei lavori, a conti fatti dall'ufficio tecnico, prevedono una spesa di 1 milione di euro e il piano di alienazione patrimoniale arriva a malapena a mezzo milione di euro. Il sottopasso dunque non potrebbe essere completato. Allora non sarebbe meglio andare a “scuola” prima che il municipio frani e per il sottopasso si batta cassa a Regione e Provincia, magari con fondi Fas.
Chi vivrà vedrà. Una cosa è certa, a quel che dicono Pd e Prc: il Comune è in attivo di circa 200 mila euro. Poiché il Comune non è una società di capitali e non deve guadagnare dovrebbe pensare alla corretta fruizione delle sedi comunali da parte dei cittadini non consumando territorio, riutilizzando beni già in possesso e, se proprio si deve vendere, alienare quelli che costano in manutenzione e ristrutturazione alla comunità.