Falciani doveva rispondere di abuso d’ufficio contestatole dal pm Ettore Picardi per una vicenda che risale al settembre 2007, quand’era dirigente del settore servizi sociali e politiche giovanili. Per il pm (che aveva chiesto una condanna a otto mesi) l'imputata ha favorito la figlia nella costituzione di un elenco di esperti e operatori da impiegare come comunicatori per la terza età. Il bando era stato indetto dall’Ambito sociale territoriale XXII di cui il Comune di Ascoli è capofila e l'incarico temporaneo prevedeva un compenso di circa 10mila euro. La donna è stata anche condannata a risarcire un giornalista ascolano che aveva partecipato al bando e a rifondergli le spese di costituzione di parte civile.
Falciani si era astenuta per incompatibilità dopo che era stato reso noto l’avviso pubblico.
Per l’accusa, la dirigente avrebbe però dovuto astenersi anche dalla successiva approvazione (con determina a sua firma) di un atto di fabbisogno predisposto (a bando scaduto) dal coordinatore d’Ambito, col quale venivano modificati in senso restrittivo i requisiti posti dall’avviso pubblico. Venne infatti previsto quello aggiuntivo dell’iscrizione all’albo dei giornalisti, che portò alla riduzione del numero dei candidati da 14 a 4 tra cui la figlia della Falciani. In questo modo la dirigente ha procurato prima un ingiusto vantaggio, consistente nel ridurre il numero degli aspiranti al conferimento dell’incarico retribuito dal Comune di Ascoli e poi, di conseguenza, l'effettiva attribuzione dell’incarico dal 6 dicembre 2007, fino al 31 dicembre 2008 e poi prorogato fino al 30 giugno 2009. L'avvocato, Nazario Agostini, ha già annunciato appello.