Se vogliono qualcosa su cui dipingere, le pareti gliele diamo noi, qui c’è un carcere intero da decorare”. Decolla con un concorso promosso dall’assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Ascoli Piceno e dalla redazione del giornale del carcere “Io e Caino”, l’idea del Comandante della Polizia Penitenziaria, Pio Mancini, di dare una “mano di colore” a corridoi e spazi comuni della casa circondariale di Marino del Tronto. Il progetto si propone di rendere più vivibile e gradevole l’interno dell’istituto coinvolgendo giovani writers e disegnatori di murales.
L’iniziativa è stata presentata a Palazzo S. Filippo dal Vice Presidente e Assessore alle Politiche Giovanili Pasqualino Piunti, dal direttore della casa circondariale dott.sa Lucia Di Feliciantonio, dal direttore responsabile del giornale “Io e Caino” Teresa Valiani e dal funzionario della Provincia Alessandro Bruni. Erano anche presenti Anna Lavinia Palmiano, vice comandante del corpo di polizia penitenziaria del carcere del Marino, Don Angelo Ciancotti in rappresentanza della sezione di Ascoli dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, il prof. Giovanni D’Angelo dirigente scolastico del Liceo Artistico O. Licini e la prof.ssa Paola Novelli docente dell’istituto.
“Abbiamo accolto immediatamente e con entusiasmo la proposta della dott.sa Di Feliciantonio – ha dichiarato l’Assessore Piunti – stavamo pensando da tempo ad un modo per dare il giusto risalto a quella che si chiama street art e che negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo tra i giovani. Questo progetto e questa prima edizione del concorso creeranno una sinergia tra giovani, cittadini, istituzioni e società civile, con una duplice valenza: rendere l’ambiente della casa circondariale più colorato e meno pesante per i suoi ospiti ed in particolare per coloro che lo vivono, come i familiari ed i figli dei detenuti, ed in secondo luogo far conoscere ai giovani una realtà spesso sconosciuta o conosciuta male. Il carcere è un luogo dedicato alla rieducazione ed alla riabilitazione dell’individuo, e la società tutta dovrebbe adoperarsi affinché rappresenti per i detenuti il luogo del riscatto sociale e, avviandosi verso il fine pena, il primo passo verso una nuova integrazione. Portare una ventata di colore sarà come portare gioia e speranza in una vita migliore, per ognuno degli ospiti del Marino”.
“E’ anche questo un modo - ha spiegato la direttrice del carcere Lucia di Feliciantonio - di collaborare proficuamente tra le istituzioni a fini di socialità ed attività educative. Avvicinare i giovani alle problematiche della legalità facendo conoscere una realtà spesso rimossa costituisce il valore aggiunto dell’iniziativa. Auspico che in futuro il concorso possa essere ripetuto ed esteso alle mura esterne della struttura”.
“Agli artisti che vinceranno il concorso - ha spiegato la giornalista Teresa Valiani - sarà consegnato un premio in buoni acquisto e sarà data la possibilità di vivere un’esperienza che, di sicuro, non capita tutti i giorni: decorare le pareti di un carcere. Mentre i detenuti prenderanno parte sia alla selezione, votando i bozzetti insieme a una commissione di esperti nominata dalla Provincia, che alla decorazione vera e propria. Il tema del bando è: “Libertà””.
La prima edizione del concorso è dedicata alla decorazione del lungo corridoio che conduce alle sale dedicate alla socialità. Ogni stanza è chiusa con un cancello o un blindo e i disegnatori possono sbizzarrirsi creando murales e graffiti che abbracciano le porte. Terminato il corridoio si procederà con le sale comuni, che hanno pareti regolari.
Fuori bando, ma inserito nel progetto come primo intervento, la decorazione della sala colloqui che sarà decorata con scene di favole e cartoni animati per cercare di lasciare nei piccoli un ricordo meno traumatico delle visite al papà che sta in carcere.
“Decorare il carcere è un progetto che coltivo da anni e sul quale ho lavorato molto – ha affermato il Comandante, Pio Mancini – vederlo realizzato con questo bando e con l’aiuto delle istituzioni che vi aderiscono è una bella soddisfazione”.