Sul suo capo pendeva un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal pm della Procura di Macerata, Enrico Riccioni. L'uomo è ritenuto responsabile di atti sessuali con l’aggravante di aver commesso il fatto con minori di anni 10.
Un uomo che, chiamato affettuosamente “Zio Omara”, era diventato amico di famiglia dei genitori delle piccolissime bambine tanto da incaricarlo di portarle a scuola e passare a riprenderle.
I fatti per cui è indagato avvenivano in un locale di Civitanova Marche, di cui l’uomo aveva disponibilità. Atti irraccontabili, ricompensati da caramelle o chewing gum.
Le investigazioni dei Carabinieri civitanovesi, gli accertamenti dell’Unità di Crisi per minori vittime di maltrattamento ed abusi sessuali di Ancona nonché un’audizione protetta effettuata nei locali recentemente istituiti nel Palazzo di Giustizia di Macerata, hanno formato un fascicolo di investigazioni dirette dal pm Riccioni.
I Carabinieri della Stazione di Civitanova Marche hanno indagato su sei mesi di violenze, da gennaio a giugno 2011, attraverso investigazioni discrete suffragate dalle testimonianze dei familiari ed insegnanti.
In tutti questo tempo non hanno mai perso d’occhio HALIMI, che aveva probabilmente avvertito l’aria pesante propagatasi nella sua comunità, e lasciava temere un suo imminente pericolo di fuga.
Un’intuizione partita da un Carabiniere di Quartiere e dalla pattuglia dell’Arma che aveva incrociato l’HALIMI quattro sere fa durante i controlli alla Stazione Ferroviaria di Civitanova Marche mentre saliva su un treno diretto ad Ancona. Il decreto di fermo di indiziato, emesso conseguentemente a tale segnalazione fatta dai carabinieri civitanovesi, ha consentito agli stessi militari di poter monitorare i movimenti delle ore prima della fuga.
La mattina del 21 marzo la sua presenza nel porto di Civitavecchia e la sua iscrizione nelle liste d’imbarco della nave ha fatto precipitare i carabinieri civitanovesi nella cittadina laziale.
Un’attesa paziente al ponte di ingresso alla nave da parte dei militari di Civitanova e Civitavecchia, per impedire il disegno dell’uomo di dileguarsi.
Non ha opposto resistenza, quando veniva fermato e, alla vista del carabiniere di quartiere di Civitanova, si è lasciato sfuggire “e tu che ci fai qui”. Condotto alla Casa circondariale di Borgata Aurelia, vi rimane ristretto a seguito dell’avvenuta convalida.