Balneari, chiusa la procedura contro l'Italia

Balneari, chiusa la procedura contro l'Italia

Confcommercio: Nuove soluzioni per il settore

 

Ne dà notizia la Confcommercio sottolineando che l’esecutivo Ue, ha deciso di archiviare il caso perché il governo ha predisposto misure per adeguare la normativa italiana a quella Ue sul tema, cosa che finora non era successa. Come si ricorderà, sulla questione delle concessioni ai privati delle spiagge (o di qualunque altro spazio pubblico) la Commissione aveva inviato due 'lettere di messa in mora all'Italia nel 2009 e nel 2010. Secondo le norme Ue, le concessioni devono avere una durata limitata, e alla fine del periodo previsto deve essere garantita l'apertura alla concorrenza degli spazi pubblici interessati; le norme italiane, invece, prevedevano un rinnovo quasi automatico delle concessioni dopo sei anni, senza garantire la riapertura del mercato alla loro scadenza. “La chiusura della procedura di infrazione in materia di concessioni demaniali – evidenzia Enrica Ciabattoni presidente del sindacato balneari Sib-Confcommercio - costituisce una notizia positiva per la categoria in quanto si chiude finalmente un lungo contenzioso con la Commissione Europea che ha, sin qui, fortemente condizionato la ricerca di soluzioni nazionali adeguate e soddisfacenti a tutela di questo settore essenziale per la competitività e il successo del turismo italiano”. “L'archiviazione della procedura di infrazione – aggiunge la Ciabattoni - è positiva perché riconosce conforme alle richieste della Commissione e ai principi comunitari la proroga delle concessioni sino al 31 dicembre 2015”. "Si tratta ora di continuare, con più serenità, nel dialogo e nel confronto fra tutti i soggetti interessati – conclude la presidente del Sib Piceno - per il riordino e la revisione della normativa del settore senza che ciò rechi pregiudizio al buon diritto delle imprese attualmente operanti a vedersi riconosciuto sia il legittimo affidamento, costituzionalmente e comunitariamente garantito, sulla base di una normativa ritenuta ormai non più coerente con i principi comunitari, sia la salvaguardia delle aziende di proprietà. Concordiamo, quindi,  sulla valutazione positiva dell'archiviazione e sulla necessità di ricercare soluzioni praticabili e che non penalizzino il settore”.