E' il comparto della tutela della salute pubblica che, attraverso un’operazione condotta in San Benedetto del Tronto, ha trovato maggiore significatività e concretezza.
Presso un esercizio commerciale di Porto d’Ascoli gestito da un ventinovenne di origine cinese sono stati infatti sottoposti a sequestro circa 4.000 articoli carnevaleschi vari (costumi, parrucche, maschere, nasi, barbe, ecc.) non conformi alle prescrizioni normative inerenti alla marcatura CE e alle avvertenze obbligatorie sui rischi, redatte in lingua italiana. Tali prodotti sono risultati potenzialmente pregiudizievoli per l’incolumità dei bambini, sia per la presenza di componenti molto piccoli e insidiosi, peraltro assemblati in maniera grossolana, sia per le colorazioni instabili, di dubbia affidabilità e provenienza. A nulla sono valse le rivendicazioni del venditore sull’asserita conformità dei prodotti detenuti, avanzate in virtù della sola detenzione di una documentazione fiscale che, anzi, ha consentito ai militari di ricostruire con facilità la filiera dei prodotti e ha agevolato la tempestiva attivazione di un altro Reparto del Corpo sul territorio nazionale.
È bene sapere che attraverso l'elaborazione delle norme tecniche “UNI EN 71” e “UNI EN 14035”, l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione (www.uni.com) ha delineato le regole di quello che può essere definito un "carnevale sicuro", suggerendo alcune precauzioni da adottare prima di acquistare gli oggetti tipici con i quali ci si vuole mascherare (quali, ad esempio, il riscontro sulla rispondenza dei requisiti di infiammabilità e di soffocamento) e che non possono prescindere da un’attenzione ancora più scrupolosa allorquando, come in questo caso, essa è diretta a salvaguardare l’incolumità dei minori.