"La liberalizzazione del settore evidenzia una limitata conoscenza delle dinamiche e dei problemi reali del comparto editoriale, e mette in risalto la scarsa considerazione che è stata data all’informazione a mezzo stampa, trattata come un comune prodotto commerciale - fa sapere una nota del Sindacato SNAG Confcommercio - Sino ad oggi sono state le edicole – sulla base del sistema autorizzativo e di pianificazione vigente – ad assicurare la paritaria diffusione su tutto il territorio nazionale di tutti i quotidiani e di tutti i periodici senza distinzione di sorta, con prezzi e condizioni commerciali identiche in tutto il Paese. Sono state così le rivendite esclusive a garantire il diritto di tutti gli editori di informare e quello di tutti i cittadini di essere informati.
Con la liberalizzazione di questo settore, che è già in una gravissima crisi strutturale e congiunturale che impatta su oltre 50.000 famiglie, il Parlamento ha avviato un iter che porterà inevitabilmente alla chiusura di migliaia di edicole.
La liberalizzazione del settore mette così in crisi il principio di parità di trattamento, non garantisce alcun vantaggio ai consumatori (in quanto il prezzo delle pubblicazioni è comunque fissato dagli editori) e colpisce quella rete di punti vendita esclusivi che con il loro lavoro ed il loro impegno assicurano la diffusione della stampa, senza portare alcuna sostanziale apertura di mercato e alcuna possibilità di sviluppare una reale concorrenza".