“E’ una situazione sconcertante quella che stiamo vivendo nel nostro settore – sbotta Del Bello – pensare di apportare dei tagli quando la nostra regione risulta essere quella con la spesa procapite per il Trasporto Pubblico Locale più bassa d’Italia e con il corrispettivo chilometrico ancor più basso rispetto alle altre regioni è davvero un’utopia; pensate che il gap varia da 1,30 a 1,44 euro per km quando nelle vicine regioni dell’Abruzzo e dell’Umbria si passa dall’1,82 euro per chilometro di Perugia all’1,75 di Spoleto e ancora all’1,80 di Terni per non parlare di Teramo che viaggia sull’1,90 euro x km. Inoltre – continua il rappresentante regionale delle aziende private di TPL – c’è da sottolineare l’ottima soddisfazione dell’utenza per il servizio erogato, zero reclami e zero lamentele rispetto alle Ferrovie dello Stato”.
Quella che si sta delineando è una situazione inaccettabile anche quando si parla di costituire al più presto l’azienda unica regionale del TPL proprio perché i rischi potrebbero essere tantissimi, parola di Pasqualino Del Bello: “Di sicuro ci sarebbero rischi reali di partecipazione alle prossime gare di grandi raggruppamenti italiani o comunitari non interessati ai singoli bacini provinciali ma sicuramente ad un bacino unico regionale. Poi la presenza di grandi gruppi comporterebbe la disdetta degli accordi di lavoro regionali ed aziendali con conflittualità enormi a livello sociale come ci ha insegnato una delle più grandi aziende italiane come la Fiat. In verità, la creazione di un grande “baraccone” regionale dove ad aumentare sarebbero di sicuro i costi, farebbe sì che la gestione da industriale passerebbe a politico sociale e la confusione tra la gestione più efficiente di un bacino come il nostro verrebbe annullata con quella meno efficiente di un altro bacino. Inoltre, tutto questo potrebbe generare la fine dei “contatti” celeri e risolutivi di cui gli Enti affidanti, comuni e province, possono usufruire per risolvere problematiche di servizio urgenti. L’idea di questa azienda unica regionale sembra proprio – conclude Del Bello – il tentativo reiterato e pervicace da parte dei soliti noti di voler pubblicizzare tutti i settori in controtendenza con l’obiettivo europeo delle privatizzazioni”.