Si tratta di una tendenza che già in passato ha contribuito a rovinare alcuni degli scorci più belli della città (vedi gli interventi a Monterocco e Monteverde).
Questa tendenza sembra aver ripreso vigore negli ultimi tempi, con interventi di nuova edificazione abusivi, apertura di nuove strade abusive, recinzione di antichi sentieri e taglio indiscriminato di interi boschi.
Chiediamo anzitutto che venga approvato definitivamente e reso esecutivo il catasto delle zone devastate da incendi (zone in cui non è consentita alcuna ulteriore edificazione) e che venga completato il censimento delle case coloniche presenti nell'area comunale, cui dovrà far seguito una specifica normativa che possa regolarne le trasformazioni ammissibili.
E’ ora di dire basta alla proliferazione incontrollata di nuove strade, di baracche e di edifici abusivi di ogni genere che caratterizza il paesaggio rurale a due passi dal centro abitato.
E’ ora che le Amministrazioni diano un segnale forte di inversione di tendenza, che si cominci finalmente a demolire queste baracche, costruite a volte con materiali altamente pericolosi (Eternit), altrimenti diventerà inarrestabile quel fenomeno che è stato definito come “la trasformazione di baraccopoli in villettopoli”. Queste baracche infatti, spesso costruite in zone vincolate e non edificabili, vengono sempre più spesso condonate e trasformate in villette. In questo modo, come spesso accade in Italia, l’illegalità viene premiata.
E’ ora di cominciare a demolire i manufatti abusivi, soprattutto quelli realizzati in zone vincolate (come il Colle San Marco).
In questi ultimi tempi, nel corso di vari sopralluoghi da noi effettuati, abbiamo potuto constatare gli ingenti danni che alcuni interventi di “manutenzione” dei castagneti hanno provocato sul bosco delle Piagge. Infatti, chi ha eseguito l’intervento, che pure era autorizzato dalla Provincia, ha tagliato più alberi di quelli che erano stati segnati, è questo già è un fatto di una gravità inaudita. In secondo luogo, i pesanti mezzi cingolati utilizzati per portare via i tronchi hanno aperto nuove strade, danneggiato gli alberi che dovevano essere preservati e letteralmente sbriciolato il delicatissimo travertino di cui è composto tutto il costone del Colle San Marco. Di fronte a danni di questa portata, il vantaggio economico derivante dallo sfruttamento del castagneto appare ben poca cosa. Bisogna invece considerare il notevole danno paesaggistico e ambientale subito dalla collettività in quella zona, con la distruzione di un ambiente naturale che non ha eguali in tutte le altre città delle Marche, e che adesso risulta compromesso. Infatti il bosco che si deve attraversare per giungere all’Eremo di San Marco, uno dei più belli d’Europa, percorrendo l’antica mulattiera, rappresenta una sorta di biglietto da visita all’Eremo, è parte integrante del monumento stesso e del suo fascino. Adesso che i mezzi cingolati della ditta incaricata hanno realizzato una nuova strada che passa di fianco alla mulattiera, e che il bosco è stato spogliato di molti alberi di pregio come alcune querce secolari, l’effetto è completamente diverso. Tra l’altro in alcuni tratti la mulattiera si trova ad essere recintata sia sul lato destro che sul lato sinistro, per cui lo storico sentiero che da millenni consente agli ascolani di andare all’Eremo e al pianoro di San Marco sembra più un percorso di guerra, una trincea delimitata dal filo spinato, che un’antica testimonianza storica. Chiediamo pertanto alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di vigilare affinché gli ascolani non vengano privati della possibilità di usufruire di questo splendido paesaggio che la Famiglia Sgariglia ha voluto donare a tutta la collettività. Anche le vostre amministrazioni avrebbero dovuto vigilare più attentamente per impedire questo scempio, e ci auguriamo che, oltre alla diffida fatta dal Comune, ci siano provvedimenti ben più severi nei confronti dell’affittuario e della ditta che hanno agito in difformità rispetto all’autorizzazione. Inoltre, in altre zone delle Piagge e del San Marco appartenenti a privati cittadini, si stanno effettuando altri interventi di taglio di alberi di pregio su cui l’intera collettività e gli enti preposti dovrebbero vigilare.
Un altro intervento che segnaliamo è quello effettuato in prossimità del pianoro di Colle San Marco nella località dell’ex cava Monini, dove è stato effettuato un taglio di alberi indiscriminato (querce, ginepri, etc.), e un movimento terra che ha profondamente cambiato l’aspetto di una zona che dovrebbe essere tutelata per la sua bellezza paesaggistica. Dalle informazioni in nostro possesso, pare che i lavori siano finalizzati alla realizzazione di un impianto fotovoltaico. Ci auguriamo che la notizia non sia vera, e qualora fosse vera, ci auguriamo che le Amministrazioni comunale e provinciale si rifiuteranno di concedere l’autorizzazione per un intervento di questo genere in una zona vincolata. Tra l’altro il movimento terra è stato realizzato con pesanti mezzi cingolati che hanno sbriciolato i blocchi di travertino rovinandoli per sempre.
Alla luce dei gravi fatti sopra segnalati, ribadiamo la necessità più volte da noi espressa che nel nuovo Piano Regolatore Generale vengano introdotti una serie di vincoli che impediscano la distruzione del Colle San Marco, al fine di salvaguardare questo patrimonio paesaggistico inestimabile, costantemente minacciato dalla speculazione e da interventi inadeguati.