Denny Pruscino e Katia Reginella, i suoi genitori, gli hanno tolto perfino la sepoltura, il luogo dove anche l'ultimo degli uomini avrebbe potuto piangere un esserino senza colpe. Una sorte arcigna la sua perché è nato inerme tra mura e persone forse inconsciamente indifferenti.
Ora in ballo c'è una pesante accusa d'omicidio che sua madre Katia ha rivolto senza mezzi termini contro il marito: Denny. E' la stessa persona che gioca a rimpiattino con gli investigatori cambiando versione, incurante dello sforzo investigativo per trovare il piccolo.
E' sempre lui, una figura contraddittoria (difficile il tentativo di comprenderne i comportamenti) che sostiene Katia segnata da un'esperienza di brutalità subita fin dall'età di nove anni. E forse è lo stesso uomo che è costretto a questo rapporto con Katia (“una persona con il corpo di donna e la mente di bambina”, la definiscono alcuni vicini), che per questa sua fragilità lo fa sentire importante, sufficiente a reggere un confronto e un rapporto con un mondo femminile che magari con altre donne lo vedrebbe vinto.
Per questo Denny sposa Katia il 20 giugno di quest'anno e riconosce Jason, un figlio che sa non essere suo? Per trattenere con sé e per sé sua madre? In questa fase processuale è difficile per il momento cristallizzare la psicologia di queste due persone.
Dopo i riscontri negativi di ieri i pm Cinzia Piccioni e Carmine Pirozzoli nei prossimi giorni decideranno se a settembre sarà utile dare consenso alla richiesta di incidente probatorio avanzata dalle parti. Sono però molte le indiscrezioni che sostengono invece una via molto spedita per la chiusura dell'inchiesta già con gli elementi in possesso. Manca il corpo del piccolo Jason e la sua morte presunta appare sempre meno presunta dopo la conferma di Pruscino.
Una sorte che Katia Reginella ha ammesso fin dall'inizio di questa storia tristissima per suo figlio. E da una parte abbiamo un imputato che gioca a rimpiattino con la verità facendo anche perdere tempo agli investigatori con sopralluoghi e peregrinazioni.
La sua poca credibilità appare fin dall'inizio di fronte al muro difficilmente frantumabile delle intercettazioni ambientali. In quelle frasi scambiate tra i due coniugi, che non sapevano di essere ascoltati dai carabinieri, traspare l'azione di due protagonisti di un thriller impegnati a procurarsi un alibi per il delitto commesso.
Ci sono anche i ruoli: Denny è “la mente”, lo stratega che istruisce Katia per sviare l'eventuale inchiesta penale. Lei è una vittima designata per i suoi trascorsi. Succube nonostante quello che vede quella sera: suo figlio scaraventato in terra due volte perché Denny non ne sopportava il pianto.