Denny, in carcere a Marino del Tronto dal 22 luglio e accusato dalla moglie dell'omicidio del piccolo, sarà nuovamente interrogato martedì dai pm Carmine Pirozzoli e Cinzia Piccioni in Procura. Franchi si trincera dietro uno stretto riserbo ma fa intuire che se ha rinunciato a chiedere la scarcerazione di Denny evidentemente ha delle carte molto importanti da giocare in questa partita.
Denny Pruscino, che in un primo momento aveva confermato agli inquirenti la storia raccontata da Katia. La donna aveva detto che Jason le era scivolato accidentalmente dalle braccia ed era caduto in terra nella mansarda di Piane di Morro e che lei stessa a sua volta era caduta sopra suo figlio dopo aver perso l'equilibrio. Poi insieme al marito Denny, con la sua auto, avevano portato e abbandonato il piccolo, dopo alcuni vani tentativi di rianimarlo, sul ciglio della strada di Castel Trosino.
Denny in seguito, nell'interrogatorio di garanzia per la convalida dell'arresto davanti al Gip Carlo Calvaresi, aveva cambiato la sua versione dei fatti dichiarando che il piccolo Jason era all'estero, in Svizzera, presso parenti di Katia. Denny spiega al Gip che le dichiarazioni precedenti, concordanti con quelle della moglie, servivano ad accattivarsi la fiducia della donna nel tentativo di farsi dire dove di fatto il piccolo era stato portato.
Questa sua nuova posizione produce un effetto: Katia che si era addossata tutta la responsabilità della morte di Jason, accusa il marito Denny di averlo volontariamente sbattuto per terra per ben due volte non sopportando più il pianto del bimbo.
Poi Katia, assistita dall'avvocato Francesco Ciabattoni e dallo psichiatra Alessandro Meluzzi, in un interrogatorio nel carcere di Castrogno racconta che Denny aveva orchestrato anche la finta lettera di addio scritta da Katia per far ipotizzare un suicidio della stessa che invece doveva fuggire in Svizzera dal fratellastro per rendersi introvabile.