Rigassificatori a Falconara, il Consiglio regionale dice sì

Rigassificatori a Falconara, il Consiglio regionale dice sì

A causa delle interruzioni del pubblico era stata interrotta l'assemblea


A favore 28 voti bipartisan (di consiglieri di centrosinistra e di centrodestra), contrari nove consiglieri (Massimo Binci di Sel, Raffaele Bucciarelli della Federazione della Sinistra, Gianluca Busilacchi del Pd, Adriano Cardogna dei Verdi, Giancarlo D’Anna del Pdl, Enzo Marangoni di Libertà e Autonomia, Moreno Pieroni del Psi, Franca Romagnoli e Daniele Silvetti di Fli), un astenuto (Giulio Natali del Pdl).

Stamane la sospensione della seduta
In mattinata era stata sospesa la seduta dell’Assemblea legislativa delle Marche. La riunione è stata interrotta più volte da parte del pubblico presente. Sono volati anche insulti nei confronti dei politici. Il consiglio doveva pronunciarsi sul via libera all'impianto Api al largo di Falconara Marittima, da presentare alla Conferenza dei servizi in programma il prossimo 12 luglio. All'esterno della sede circa 400-500 persone hanno manifestato contro la realizzazione dei rigassificatori.

Ecco la sintesi della comunicazione del Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca

La Regione Marche è chiamata il 12 luglio a pronunciarsi in Conferenza di Servizi per l’eventuale intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico sul progetto di rigassificatore API di Falconara Marittima (AN).

Il Governo regionale aveva avanzato una nuova proposta di rinvio della Conferenza di Servizi: ieri pomeriggio il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato ufficialmente alla Regione l’impossibilità di accogliere la richiesta di ulteriore rinvio.

Nella lettera del Ministero si legge che “nel sottolineare l’eccezionalità dei due rinvii precedenti già accordati da questa Amministrazione si fa presente che i tempi procedurali, previsti dalla norma in 180 giorni, di conclusione del procedimento autorizzativo del rigassificatore off-shore della soc. Api nova energia sono stati ampiamente superati se si considera che è stata fatta istanza di autorizzazione dalla società in data 7 marzo 2008 ed il Ministero dell’Ambiente ha espresso il parere di valutazione di compatibilità ambientale il 22 luglio 2010. Pertanto, per la motivazione esposta, non è possibile accogliere la richiesta di ulteriore rinvio”.
 
Il progetto di rigassificatore API ha assunto grande rilevanza nel dibattito sociale, economico ed istituzionale della comunità marchigiana.

     La vicenda, pertanto, va affrontata nel merito, per agevolarne la comprensione ed evitare stravolgimenti dettati da emotività, demagogia o interessi di parte.

Il Governo regionale si è mosso in assoluta coerenza con il mandato ricevuto dall’Assemblea Legislativa delle Marche del 17 maggio 2011.

Tale Risoluzione impegna la Giunta regionale a negare l’intesa per la realizzazione del rigassificatore “qualora non si raggiunga un accordo su un progetto industriale di bonifica, riqualificazione e riconversione produttiva del sito che riduca gli attuali impatti ambientali e garantisca la sicurezza sul lavoro e sulla salute, unitariamente alla salvaguardia dei posti di lavoro e dell’interesse collettivo”, auspicando anche un intervento pubblico-privato nel settore energetico relativo alle energie rinnovabili.

Nei giorni successivi fino ad oggi, dunque, siamo stati impegnati a verificare le garanzie richieste su: salute; ambiente e territorio; lavoro e occupazione; monitoraggio e controllo; sistema Adriatico, con riferimento alla politica energetica nazionale.

Il confronto tra la Regione e l’API ha prodotto un’ipotesi di accordo che è stato oggetto di un’ampia consultazione per realizzare, come richiesto dalla Risoluzione dell’Assemblea Legislativa, “un approfondito percorso di verifica sul piano industriale proposto dall’azienda API, unitamente alle forze sociali, sindacali e agli Enti locali, affinché si possa ricercare una convergenza su un progetto industriale”.

 L’ipotesi di accordo, che di seguito illustrerò, è stata così anche integrata sulla base delle indicazioni emerse nelle consultazioni con gli Enti locali, i Sindacati, le Categorie economiche e le Associazioni.

Chiedo che l’ipotesi di accordo Regione-API venga distribuita ai Consiglieri Regionali, acquisita agli atti dell’Assemblea Legislativa e data per letta.

In sostanza, questa ipotesi di accordo sottolinea, evidenzia e definisce i seguenti aspetti.

1.Il parere sul rigassificatore API non comporta alcuna modifica del Piano Energetico Ambientale che la Regione ha approvato nel 2005.

2.Il progetto di rigassificatore ha ricevuto i seguenti pareri tecnici: favorevole del Comune di Falconara direttamente interessato all’impianto; sostanzialmente non negativo della Provincia di Ancona, con prescrizione; favorevole del Servizio Ambiente della Regione, espresso in piena autonomia; favorevole del Ministero dell’Ambiente.
A seguito delle consultazioni: pareri favorevoli di CGIL-CISL-UIL, CNA e Confartigianato, Confindustria e Confapi; posizioni più articolate degli Enti locali, anche con aperture.

3.A differenza di quanto avvenuto per Falconara Marittima, il parere tecnico regionale per il progetto presentato da Gaz de France per Porto Recanati è stato non favorevole. Questa differenza è dovuta al fatto che il progetto di Porto Recanati è proposto su un contesto ambientale più integro perché privo di infrastrutture esistenti. I tratti a mare e a terra delle due proposte progettuali sono poi notevolmente differenti: il progetto Api coinvolge circa 20 km complessivi mentre il progetto Gaz de France coinvolge circa 51 km complessivi. Il progetto Api, al contrario di quanto previsto in quello per Porto Recanati, prevede di utilizzare un impianto già esistente a largo di Falconara Marittima, su aree già interdette all’attracco e alla pesca.

4.La valutazione epidemiologica degli ultimi 10 anni sull’area interessata, effettuata dall’Agenzia Regionale Sanitaria e dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, presenta indicatori di criticità inferiori alla media regionale.
I dati epidemiologici relativi all’area industriale di Falconara mediamente sono anche al di sotto di quelli relativi ad altri distretti industriali della Regione.
Nell’ipotesi di accordo si rafforza il monitoraggio epidemiologico gestito direttamente dalla Regione.

5.Le emissioni in atmosfera potrebbero essere ulteriormente ridotte, grazie all’eventuale accordo API-Regione che comporterebbe 120 milioni di investimenti da parte dell’Azienda sulla attuale raffineria specificamente dedicati.
API si impegna a ridurre il livello di lavorazione del greggio e a sviluppare progetti di crescita nel settore delle energie rinnovabili con un programma triennale per garantire nuova occupazione.
Gli effetti sull’ecosistema marino del rigassificatore sono comunque tecnicamente sostenibili perché lo scarico di cloro nelle acque avviene con concentrazioni molto ridotte e inferiori a 0,1 milligrammi al litro, dunque ben al di sotto al limite di 0,2 milligrammi previsto dalla legge che norma gli scarichi idrici. In ogni caso molto al di sotto rispetto alle concentrazioni immesse in mare dall’attuale impianto IGCC (Turbogas) della stessa azienda, oggi di 7 volte superiori a quelle previste per il rigassificatore in termini di flussi di massa.
E’ importante sottolineare che gli investimenti aggiuntivi di miglioramento industriale previsti nell’ipotesi di accordo di programma determinano un abbassamento degli scarichi in mare anche dell’impianto IGCC, con la risultante di un bilancio netto positivo circa i flussi di massa complessivi di cloro in acqua rispetto alla situazione attuale.
Inoltre, gli effetti sull’ecosistema marino, sia con riferimento alla concentrazione di cloro che alla restituzione in mare dell’acqua utilizzata per il raffreddamento dell’impianto a -6 gradi centigradi, si esaurisce in un raggio di circa 200 metri, come si definisce sulla base di un modello sperimentale.
I timori di eutrofizzazione sembrano scarsamente motivati perché tale fenomeno, che favorisce la proliferazione delle alghe, è innescato dal riscaldamento delle acque, e non dal raffreddamento che si realizza nel processo di rigassificazione.
Il sistema di monitoraggio gestito da Regione e ISPRA viene comunque rafforzato e integrato rispetto a quello già previsto dalla valutazione di impatto ambientale, con costi a carico dell’API. ARPAM, Sistema Sanitario Eegionale e ISPRA effettuano il controllo del rispetto degli impegni dell’accordo sul piano ambientale, epidemiologico e degli investimenti di bonifica. Ulteriori controlli dell’accordo sono garantiti dal diritto di veto del rappresentante regionale (golden share) e dal comitato congiunto Regione-API.

6.L’API si impegna a mantenere per 10 anni gli attuali livelli di occupazione ed eventualmente incrementarli.
API si impegna ad utilizzare imprese marchigiane nelle attività di costruzione, fornitura e manutenzione degli impianti, anche al fine di mantenere i livelli occupazionali dell’indotto.
L’Azienda si impegna anche a valutare progetti di reimpiego di lavoratori in difficoltà di altre realtà aziendali in crisi del territorio e a privilegiare imprese marchigiane.
Esiste anche un’ipotesi di studio per l’eventuale produzione di navi gasiere negli stabilimenti di Fincantieri.

7.Pur avendo la Regione Marche firmato una clausola di riservatezza, che ha consentito di approfondire piano industriale e flussi finanziari, si può dire senza timore di violarla, che i margini dell’attività dell’impianto compensano dal terzo anno le perdite annuali della raffineria.

8.Una eventuale caduta delle attività della raffineria comporterebbe un pesante utilizzo di fondi pubblici per ammortizzatori sociali anche in deroga, che nell’attuale situazione di crisi economica della provincia di Ancona, che già ricomprende Fincantieri e A.Merloni, risulterebbe difficilmente sopportabile.

9.La crisi della raffineria comporterebbe in base a calcoli dell’Autorità Portuale di Ancona una riduzione delle attività del 40% e dei flussi finanziari del 50% del porto di Ancona, che già oggi non rientra tra i primi 10 scali strategici del Paese.

10.Nell’ipotesi di accordo stilata, la Regione può entrare a far parte della Società del rigassificatore, con una partecipazione fino al 30%, ed il suo rappresentante nel Consiglio d’Amministrazione avrebbe con il suo voto diritto di veto su ogni decisione strategica in contrasto con l’accordo sottoscritto. I relativi utili della partecipazione regionale potrebbe essere destinati alle politiche per il lavoro, l’ambiente e il sociale.
API si impegna a consentire l’inserimento nell’autorizzazione ministeriale di un richiamo al rispetto del presente accordo quale presupposto vincolante dell’intesa della Regione e a rinunciare a proporre ricorso in appello al Consiglio di Stato contro le sentenze del TAR Marche n.431 e n.432 del 28.05.2011.
11.Per quanto attiene la sicurezza, l’impianto di rigassificazione ha ottenuto il nulla osta di fattibilità preliminare da parte del Ministero dell’Interno, Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco.
API si impegna a consolidare i livelli di sicurezza per prevenire il rischio di incidenti rilevanti sulla base di rapporti di sicurezza, anche relativi a tutte le componenti impiantistiche del terminale rigassificatore, compresi il sistema di attracco e il natante FSRU. I controlli di sicurezza saranno effettuato anche da un comitato tecnico-scientifico presso l’ARPAM.

12. Sul fronte turistico, in Italia esiste da 3 decenni un rigassificatore tra l’altro a terra, mentre quello di Falconara sarebbe a 16 km su una piattaforma già esistente, esattamente a Porto Venere, che non ha determinato una diminuzione dei flussi turistici delle Cinque Terre, consentendo di conservare la bandiera blu.

13.La Regione ha chiesto e ottenuto una comunicazione ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico sulla politica energetica nazionale nel Mar Adriatico, in cui si evidenzia la natura strategica dei rigassificatori soprattutto alla luce del risultato del referendum sull’energia nucleare ed un quadro che prevede la realizzazione di rigassificatori a Brindisi, Trieste e Falconara.

14.L’eventuale diniego della Regione, comunque da motivare adeguatamente, potrebbe anche non essere sufficiente, in base a valutazioni giuridiche, per impedire l’autorizzazione dell’impianto da parte dello Stato.

Su questi elementi il Governo regionale ha richiesto la riflessione delle istituzioni e della comunità marchigiana.

Oggi, pertanto, sarà l’Assemblea Legislativa Regionale a doversi pronunciare, per verificare il percorso fin qui compiuto dal 17 maggio scorso e dare un nuovo mandato al Governo regionale in vista della Conferenza di Servizi del 12 luglio prossimo.  

Con una riflessione che auspico sia ispirata al principio di responsabilità e nel rispetto del programma di governo della Regione Marche, che prevede centralità del lavoro, crescita sostenibile, valorizzazione dell’ambiente, sicurezza sociale.

Perché il Governo significa sempre responsabilità.