E’ minuscolo il Dryocosmus kuriphilus, imenottero di 2,5 - 3 millimetri, ma temibile per il castagno. Svolge le prime fasi del suo ciclo biologico in galle di circa 1-2-cm. la cui formazione viene indotta dalla presenza delle larve dell’insetto alterando il normale sviluppo della vegetazione del castagno (foglie, fiori, giovani rami) che pur non interessando direttamente il frutto, può provocare nel lungo periodo il deperimento della pianta e potenzialmente perdite produttive in termini di castagne.
Preoccupazione che l’Assam ha immediatamente raccolto mobilitando i propri tecnici del Servizio Fitosanitario Regionale i quali hanno iniziato ad affrontare la questione illustrando nel corso di un incontro specifico lo stato di conoscenza di questo insetto e le potenziali strategie di contenimento grazie alla stretta collaborazione con istituzioni scientifiche che da anni seguono l’evoluzione di questo organismo da quarantena in Italia, dove è comparso, primo paese in Europa, nel 2002.
L’incontro tenutosi al teatro di Acquasanta Terme, promosso dall’Assessore regionale Antonio Canzian, con gli interventi del Sindaco Barbara Capriotti, dell’Assessore Giuseppe Mariani della Provincia di Ascoli, dell’Amministratore Unico dell’ASSAM Gianluca Carrabs è servito a raccogliere soprattutto le preoccupazioni che questo insetto di origine asiatica sta sollevando tra gli operatori del comparto castanicolo e tra quelli interessati alla tutela dell’ambiente montano.
La prima segnalazione nelle Marche è avvenuta nel 2009 e subito sono stati avviati studi e sperimentazioni con particolare riferimento alla possibilità di lotta biologica attraverso insetti antagonisti indigeni del nostro territorio o, come il Torymus sinesis, originari delle stesse zone di provenienza della vespa cinese. Certo, sostiene l’Assam, gli interventi possono richiedere tempi anche lunghi sia per la comprensione dei meccanismi che regolano l’equilibrio tra questo nuovo parassita ed il nostro ecosistema, sia per ottenere risultati apprezzabili dal punto di vista del contenimento dei danni ai castagneti. Certo, spiegano ancora i tecnici dell’ente, è necessario impostare le prime operazioni concrete, innanzitutto stringendo quella stretta collaborazione tra soggetti territoriali ed istituzioni scientifiche coinvolte che consenta da subito un impegno vitale delle strutture tecniche e delle istituzioni garantendo pieno sostegno al settore castanicolo, attraverso le conoscenze e gli strumenti più aggiornati per la lotta a questo insetto venuto da lontano.