Ci siamo sempre dichiarati contrari ad intervento così invasivo e, a nostro avviso, era opportuno che le associazioni che si occupano di tutela e valorizzazione dell’ambiente, bloccassero a suo tempo un’opera del tutto inadeguata per un ecosistema ad alto valore ecologico e paesaggistico. Un’opera quindi ad alto impatto ambientale, quasi inutile dal punto di vista sociale e dispendiosissima in termini di messa in sicurezza, di cui nessuno ha mai valutato le conseguenze negative che poi puntualmente si sono verificate.
Forse nessuno ha mai visionato o compreso il progetto finché non ha visto le enormi ruspe massacrare le sponde, una muraglia di gabbionate anche in alveo e, soprattutto, gli enormi danni sulla pista determinati da due piene recenti assolutamente non eccezionali. Ma ormai il danno è fatto e quindi questi ardimentosi volontari hanno compiuto il gesto “simbolico” di pulire la pista. Come se il problema fosse solo questo. Noi proporremmo di far pagare i danni ai responsabili di questo scempio.
L’Assessore provinciale Mariani spiega che i lavori sono stati interrotti per il maltempo nel mese di marzo che ha causato una frana piuttosto importante. Dai sopralluoghi effettuati dai giovani membri dell’associazione Gigaro88 risulta che l’enorme frana sulla sponda destra, è la conseguenza non del maltempo ma della pista ciclabile. Le gabbionate sulla sponda sinistra poco a monte di essa, di cui almeno tre in alveo, hanno stretto in una morsa il torrente, determinato lo spostamento del flusso della corrente verso la sponda destra, erodendola alla base. Il disastro è evidente al pari delle responsabilità. Eppure, apprendiamo che l’Amministrazione Provinciale si impegnerà a trovare i (nostri) soldi ed a continuare i lavori. Restiamo fortemente preoccupati della reale necessità di utilizzo di queste risorse per un’opera che avrà sempre grossi problemi».