Benedetto XVI e gli astronauti

Benedetto XVI e gli astronauti

Il capo della missione: «Benvenuto a bordo Santità»

“Una bellissima e straordinaria opportunità di conversare con voi” così il Papa ha esordito parlando per 20 minuti a partire dalle ore 13.11 ai 12 astronauti che si trovavano nella Stazione spaziale internazionale –ISS-tra cui due italiani Roberto Vittori e  Paolo Nespoli
Il  collegamento è avvenuto dalla Sala Foconi della Biblioteca Vaticana,il Pontefice seduto davanti alla tv, si è detto “vicino”a tutti gli astronauti a bordo, in particolare al comandante dello shuttle, l’americano Mark E.Kelly  al quale ha fatto gli auguri per la salute della  moglie,la deputata statunitense Gabriella Giffords che nel gennaio scorso è stata ferita alla testa nel corso di una sparatoria in Arizona.
Il russo Dimitri Kontradieff, capo della missione si è rivolto a Benedetto XVI dicendo:”Benvenuto a bordo Santità”.
Il Papa ha ascoltato informazioni sulla posizione della stazione spaziale su movimenti e finalità della missione. Lo Space Shuttle porta a bordo l’Alpha Magnetic Spectometer, un rivelatore di raggi cosmici all’avanguardia,progettato per analizzare direttamente dallo spazio proprietà fondamentali della materia e per studiare l’origine dell’universo.
Benedetto XVI ha posto domande agli astronauti, sia in inglese che in italiano.
Nella prima ha detto “vedete la nostra terra da una prospettiva diversa. Sorvolate continenti e popoli più volte al giorno. Credo che per voi sia evidente che viviamo tutti insieme su una sola Terra  e che è assurdo combattersi ed uccidersi fra noi….quali considerazioni fate sul modo in cui le nazioni ed i popoli vivono insieme quaggiù o su come la scienza può contribuire alla causa della pace ?”.   Gli ha risposto l’astronauta Mark Kelly  “non vediamo confini da qui,ma sappiamo che ci sono guerre. Molte sono per l’energia mentre quella solare potrebbe essere utilizzata per evitare i conflitti”.
Il Papa ha ricordato poi che ci sono “seri rischi  per l’ambiente e per la sopravvivenza delle future generazioni” ed ha chiesto se vista dallo spazio, la nostra terra fa pensare ai possibili danni  causati dall’uomo. Gli ha risposto Ron Garan che ha detto “da quassù si vede con evidenza la bellezza della terra, ma anche la fragilità,in particolare per l’atmosfera e dunque si capisce che tutti dobbiamo collaborare per il bene del pianeta”.
Poi una precisa domanda sulla responsabilità di chi tornando da una missione spaziale viene accolto come un eroe,guardato con ammirazione “quali saranno i messaggi più importanti che vorreste indirizzare ai giovani così influenzati dalle vostre esperienze e dalle scoperte ?”
Ha risposto Michael Fincke,l’astronauta che vanta ben 365 giorni trascorsi nello spazio che dice:”c’è un universo da esplorare ed è ancora più evidente che lo si deve fare insieme,perché insieme si vive il pianeta che ospita l’umanità”.   
Benedetto XVI ha ricordato di aver consegnato all’astronauta Roberto Vittori la medaglia d’argento raffigurante la creazione dell’uomo dipinta da  Michelangelo nella Cappella Sistina ed in quel momento Vittori l’ha mostrata facendola volteggiare in assenza di gravità e la riporterà sulla terra per riconsegnarla al Papa.Ed ha aggiunto:”il nostro pianeta è bellissimo,è di colore blu,blu come il colore delle forze italiane che mi hanno dato l’opportunità di venire nello spazio”.
Si è visto poi che l’unica donna presente nella navicella aveva i  lunghi capelli ricci dritti come la criniera di un leone.
A conclusione del collegamento padre Federico Lombardi direttore della Sala stampa vaticana,visibilmente soddisfatto, ha incontrato i giornalisti con il presidente  dell’Agenzia Spaziale Italiana Enrico Saggese, il direttore dell’Agenzia Spaziale Europea Thomas Reiter ed il generale di Squadra aerea dell’Aeronautica Militare italiana Giuseppe Bernardis.
Tutti hanno espresso grande commozione per l’evento e sono rimasti particolarmente colpiti oltre che per la  disponibilità del Santo Padre,per la  sua volontà di dialogare amichevolmente.  
 

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