Il caso Orlandi, Emanuela sarebbe viva

Il caso Orlandi, Emanuela sarebbe viva

La figlia di un dipendente del Vaticano è scomparsa nel nulla il 22 giugno del 1983

Della partecipazione corale alla sofferenza non solo della famiglia Orlandi ma della comunità si è fatta interprete Anna Maria Turi, scrittrice e giornalista la quale non ha esitato a intraprendere in questi anni lunghi ed impegnativi viaggi per verificare alcune informazioni di cui è entrata in possesso  secondo cui per la scomparsa di Emanuela è da privilegiare la pista mediorientale.
Nel suo ultimo libro “Emanuela nelle braccia dell’Islam”edizioni Segno (euro 14), presentato a Roma,l’autrice afferma che Emanuela Orlandi sarebbe viva e le sue tracce porterebbero ad imboccare la strada dell’Islam.
Tale convinzione deriva dalle dichiarazioni di alcune persone che la Turi ha  intervistato in questi anni come Timoni dell’ambasciata italiana ad AnKara,Ali Rashid dell’Autorità palestinese a Roma,  D’Aleo dei Servizi segreti,Sharif,per arrivare a  Rod Ron,pilota israeliano morto in Svizzera-sembra per mano della Cia- che “portò  Emanuela Orlandi  e Mirella Gregori sparita anche essa da Roma  un mese prima della Orlandi, prima in Sardegna e poi in Medio Oriente”
Nella vicenda di Emanuela  si sono intrecciate varie piste investigative che  non hanno portato mai a risultati positivi.
Le indagini  hanno coinvolto il Vaticano,lo IOR,il Banco Ambrosiano e persino la criminalità organizzata romana attraverso alcuni esponenti della banda della Magliana. Si è parlato di un sequestro deciso e ordinato per un oscuro motivo dai boss che nulla avrebbe a che vedere con i Lupi Grigi e con i colpi di pistola esplosi contro Giovanni Paolo II a Piazza San Pietro il 13 maggio 1981 da Alì Agca.
L’ex magistrato Ferdinando Imposimato che all’epoca indagò sulla scomparsa della ragazza,in numerose interviste ha dichiarato che Emanuela si troverebbe in una comunità islamica.
Anna Maria Turi nel suo peregrinare ha seguito le tracce di Emanuela Orlandi, prima in Turchia poi in Marocco con ben sei viaggi in questo Paese e si è avvalsa anche dell’assistenza di Massimo Barra,Presidente della Commissione Permanente  della Croce Rossa Internazionale e Mezza Luna Rossa  il quale nel corso della presentazione ha rivelato che l’autrice nella sua indagine, ha incontrato serie difficoltà e si è messa  in pericolo setacciando confraternite religiose islamiche indicate come luoghi in cui l’Orlandi poteva essere nascosta.
Fonti qualificate ed indicazioni dei Servizi stranieri, hanno informato la giornalista che la ragazza sarebbe quindi ancora viva.
La novità segnalata in questo libro e supportata da documenti è la inedita conversazione della scrittrice con l’ex Vice console onorario italiano di Mersin il quale  dichiarò che i nomi di Emanuela e Mirella De Gregori sono apparsi in una lunga trattativa nel 1987,durata diversi mesi, condotta dal governo italiano in Turchia,poi fallita inspiegabilmente e su cui l’opinione pubblica italiana non è stata informata.
Le segnalazioni indicavano l’Orlandi nel Kurdistan turco e successivamente nel Maghreb dove Anna Maria Turi è andata ma qui le tracce scompaiono. L’autrice è ancora in attesa che qualcosa succeda.

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