Attraverso un software installato nei computer il banco riusciva a vedere le carte dei giocatori, scegliendo così in base alle situazioni se cedere la mano o rilanciare fino alla vittoria.
Il sistema prevedeva che 4 giocatori si sedessero al tavolo online. Se il numero dei giocatori in rete non era sufficiente a formare il tavolo, intervenivano uno o più giocatori virtuali gestiti dal banco. La figura del baro virtuale era svolta dal figlio del promotore, che da una postazione a casa a Macerata controllava i tavoli da diversi monitor, giocando a carte scoperte e con la certezza della vittoria. Le indagini, durate due anni, sono state coordinate dalla procura di Macerata.