«Piceno Consind può essere rilanciato e rivisitato nella missione»

«Piceno Consind può essere rilanciato e rivisitato nella missione»

«Confidiamo ancora nel reale buon senso e nella tutela dei beni pubblici»

Si deve però evidenziare e comprendere la stretta relazione tra la fase di commissariamento e la crescita esponenziale del debito, dimostrando uno spirito libero, nell’interesse collettivo, ed una visione obiettiva delle cose e coscienti della funzione svolta fino ad oggi dal Piceno Consind.

Si parla spesso del debito nei confronti della Picena Depur, con la quale però non si affronta né la risoluzione del contratto né tantomeno la rinegoziazione del debito.

Si parla poco invece dei crediti che l'ente vanta nei confronti di alcuni Comuni, tra cui quello di Ascoli Piceno, dalla Camera di Commercio e da alcuni imprenditori, (non crediamo che Confindustria voglia rappresentare solo le imprese morose), debiti che, di fronte ad un commissario liquidatore, con titoli, dovranno certamente essere onorati.

Chiedere l’immediata chiusura del Piceno Consind per arrestare l’emorragia debitoria e nello stesso tempo non procedere alla ricostituzione degli organi, significa per caso continuare con il commissariamento?

Questa scelta, oltre ad essere palesemente contraddittoria, sarebbe ancora più drammatica poiché nel Commissariamento non si fanno scelte, il debito aumenterebbe in maniera esponenziale e si arriverebbe ad un punto di non ritorno.

Siamo convinti che nella crisi un ente che ha gestito l’industrializzazione dell’aree ex Cassa, con una azione di pianificazione produttiva riducendo la conseguente trasformazione selvaggia del territorio e valorizzando anche le zone disagiate e marginali, costruendo opere che favoriscano il trasporto e la logistica, può nella crisi continuare a svolgere un ruolo fondamentale.

All’interno del Consind sono presenti i 33 Comuni della nuova Provincia di Ascoli Piceno e la Provincia stessa con il controllo e la supervisione della Regione Marche, quale miglior condizione per uscire dal particolarismo del singolo Comune e parlare di economia integrata dell’intero territorio?

Alcuni importanti servizi alle Imprese oggi vengono erogati dal Consind a determinati costi, possono anche essere ritenuti alti, ma un domani le imprese, nel rispetto delle leggi, gli stessi adempimenti li avranno ugualmente e non è affatto scontato che in una gestione affidata magari ai privati vi siano costi più bassi a parità di qualità.

La soppressione dell’Ente significa, non avere più la possibilità di intervenire nella retrocessione delle aree non utilizzate dalle Imprese e nello stesso tempo non avere diritto di prelazione sui capannoni, senza queste possibilità si avrebbero centinaia di esempi  negativi, come quello che potrà esserci nell’area della cartiera Ahlstrom, con possibilità di speculazione nella vendita delle aree in quanto non vi sarebbe più un ente con la funzione di calmierare i prezzi.

Confidiamo ancora nel reale buon senso e nella tutela dei beni pubblici, riteniamo che l’attuale Piceno Consind possa essere rilanciato e rivisitato nella missione, ivi compresa la certezza dei tempi, ed i costi dei servizi alle imprese, in un impegno serio dei Comuni nel nominare persone competenti, in un'ottica di  rilancio con l’utilizzo anche di esperti, così come abbiamo proposto far partecipare gli istituti di credito, noi siamo disponibili, gratuitamente, a far parte di un comitato di indirizzo del nuovo Piceno Consind.

Si percorra questa strada, senza buttar via il bambino con l’acqua sporca o altrimenti domani non ci sarà più il tempo di pentirsi».