Titolare di un tomaificio a Rapagnano (FM), l’uomo è risultato aver utilizzato fatture false per un importo di 255.000 euro, sfruttate, anche in questo caso, per abbattere smodatamente le tasse dovute al Fisco, nascondendosi, come gli altri connazionali, dietro il paravento di un impianto contabile apparentemente ineccepibile, istituito, conservato ed aggiornato scrupolosamente.
Le fatture acquisite nell’ambito della verifica fiscale avviata nei confronti dell’imprenditore, riferite a ben 5 annualità d’imposta e tutte rigorosamente registrate nella contabilità del tomaificio, dopo i riscontri di circostanza si sono rivelate riferite ad operazioni commerciali in realtà mai avvenute. L’uomo così è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Fermo. Sul fronte amministrativo, il soggetto, quale titolare di ditta individuale, è stato invece segnalato agli Uffici Finanziari per l’assoggettamento a tassazione dei 255.000 euro di costi fittizi indicati nelle dichiarazioni, il recupero dei 60.000 euro di violazioni all’I.V.A. e l’applicazione delle relative sanzioni.
Le attività di polizia economica e finanziaria della Compagnia di Fermo vengono ora indirizzate verso un ulteriore gruppo di imprenditori cinesi, individuati nell’ambito della pianificazione elaborata dal Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli, Fabrizio Chirico, potenziali autori dello stesso stratagemma già attuato dagli altri tre connazionali per frodare il fisco ed in breve tempo tutti scoperti e denunciati all’Autorità Giudiziaria.