In quegli anni molti paesi europei, proprio per evitare squilibri mediterranei nella compagine sociale ed economica , hanno promosso le prime politiche euro-mediterranee che si sono però rivelate fallimentari.Non solo gli squilibri socio economici sono aumentati ma si è indurito il carattere autoritario dei regimi politici . E’ avvenuto che gli occidentali hanno mantenuto in vita e talvolta rafforzato i regimi per tutelare la propria sicurezza pur di assicurarsi mercati di consumi ed investimento.I moti che si stanno sviluppando in Egitto,Tunisia,ed ora in Libia hanno messo i paesi della UE in grande imbarazzo. In occidente nessuno può negare la legittimità delle rivolte contro i regimi ma il crollo di queste dittature mette in discussione interessi ed equilibri strategici, imponendo sia nel breve che nel lungo periodo, l’esigenza di un aggiustamento. In questo momento sono in atto due transizioni democratiche non violente dagli esiti però incerti e tutt’altro che scontati, in Egitto ed in Tunisia.Quella in Libia invece si è trasformata in una vera e propria tragedia con migliaia di morti e città bombardate. Se il regime dovesse reggere con le sue schiere di lanzichenecchi provenienti dal Niger, il paese si trasformerebbe in un campo di sterminio.Secondo le ultime notizie però un esito del genere sembra improbabile in quanto il potere di Gheddafi è già terminato in Cirenaica e Fezzan dove l’esercito si è in parte schierato con i rivoltosi. Il sostegno delle tribù è venuto meno al colonnello che resiste con i suoi pretoriani rimastigli fedeli solo a Tripoli.Quì lo scontro finale si preannuncia cruento.In queste ore a Bruxelles la UE sta pensando ad una qualche azione internazionale coercitiva ma non è sicuro che l’iniziativa possa avere un adeguato sostegno .Potrebbe non essere ben vista dalla Cina che ha in questo Paese interessi commerciali enormi . Gli analisti dicono che è difficile gestire il conflitto in atto e non è detto che un eventuale intervento internazionale, si parla di forze armate inglesi ma anche francesi ed italiane,riescano a far sorgere una nuova autorità in grado di ripristinare lo stato. Potrebbe invece emergere una nuova dittatura o potrebbero costituirsi emirati islamici di varia natura come già annunciato.Non si può escludere che il Paese venga diviso tra Est ed Ovest in quanto mancano in Libia i cuscinetti civili e militari che invece hanno permesso l’avvio di transizioni pacifiche in Tunisia ed Egitto.C’è il concreto rischio di grandi emigrazioni,estremismo politico e danni per l’economia internazionale,specie quella europea che non è ancora uscita dalla crisi finanziaria.
L’Unione Europea deve quindi intervenire immediatamente non solo per ragioni umanitarie ma anche per aprire la strada ad una transizione accettabile.Il presidente americano Obama,martedì 22 febbraio ha riaffermato con forza che gli Stati Uniti stanno dalla parte dei cittadini inermi. Se l’Occidente non si sbriga si aprirà un altro capitolo del contenzioso generale fra occidente e musulmani ed un altro varco all’estremismo salafita.In Libia esiste una elite di funzionari civili filo occidentali che sta prendendo le distanze dal “cane matto”Gheddafi,è necessario accelerare la fine del regime e rimettere quindi il paese nelle loro mani.