Nel nome è contenuto l’invito a contattare il numero verde gratuito di riferimento 800 01 2277 e a rappresentare dubbi e preoccupazioni.
All’elaborazione dei dati ha provveduto l’associazione La Speranza onlus di Sant’Elpidio a Mare che ha mantenuto attivo il servizio. Dal 4 ottobre, giorno di inizio dell’iniziativa, al 31 dicembre 2010 sono arrivate, complessivamente, 118 telefonate, a cui sono seguiti 16 invii ai Servizi specialistici territoriali dell’ASUR.
Del primo gruppo di chiamate, quelle che corrispondono al target della campagna, il numero varia leggermente tra ottobre (27) e novembre (20), mentre a dicembre si è registrato un lieve calo delle telefonate (14).
Tra le province con il più alto numero di chiamate: Ancona (59); Fermo (32); Pesaro e Urbino (10); Ascoli Piceno (9); Macerata (6). Registrate anche chiamate da altre province non marchigiane.
“Con questa campagna – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali e alla Famiglia, Luca Marconi – abbiamo voluto rafforzare e potenziare i fattori protettivi che contrastano l’uso di sostanze psicoattive e che concorrono al contenimento e riduzione della richiesta di droghe da parte dei giovani. La famiglia gioca un ruolo fondamentale. L’attenzione e la disponibilità dei genitori all’ascolto, alla ricerca di una comunicazione che si mantenga aperta anche negli anni difficili dell’adolescenza e della giovinezza, rappresentano fattori protettivi. Per questo la campagna mass-mediatica si rivolge prevalentemente al mondo adulto per stimolarne atteggiamenti e comportamenti che possano meglio aiutare i ragazzi nella loro crescita e renderli più responsabili nelle loro scelte”.
Sensibilizzare i genitori, e gli adulti in generale, alla necessità di una informazione approfondita sul fenomeno del consumo di droghe in età giovanile e sulle caratteristiche delle sostanze psicoattive legali ed illegali, allo scopo di acquisire la capacità di rapportarsi correttamente a tali problematiche; soddisfare il bisogno di informazioni elementari o approfondite da parte dei genitori di giovani e adolescenti; promuovere l’ascolto, il dialogo e la ricerca di una comunicazione familiare che si mantenga aperta anche negli anni difficili dell’adolescenza e della preadolescenza; indurre a considerare tra le priorità educative lo sviluppo della capacità di “saper accettare” i propri limiti; sono questi gli obiettivi specifici della campagna.
Dei 55 genitori che hanno chiamato il numero verde, il 40% erano madri, il 60% padri. La classe d’età maggiormente rappresentativa per i padri è quella dei 40/50 anni (38%); le madri hanno invece per il 38% un’età compresa tra i 40/50 anni e per il 37% tra i 50/60 anni. La maggior parte di questi genitori sono venuti a conoscenza della campagna informativa attraverso la stampa locale.
Sia i padri (87%) che le madri (68%) chiamano principalmente per presunti problemi di uso di sostanze per i figli. Il 38% dei chiamanti chiede informazioni sulle sostanze pesanti (eroina e cocaina); il 25% sui cannabinoidi, il 15% sull’alcol, il 12% sulla dipendenza da gioco, il 6% sui disturbi alimentari, il 2% sulle amfetamine e il 2% sugli psicofarmaci.
Il tipo di approccio usato presenta aspetti positivi poiché va ad intercettare e fa emergere potenziali utenti che difficilmente si presenteranno a un servizio pubblico. Restano alcune criticità in relazione alle aspettative che si pongono questi genitori, i quali sono portati a richiedere percorsi brevi o “magicamente” risolutivi del problema, oppure comportamenti pratici da manuale, non riuscendo, soprattutto, a superare l’incertezza e il senso di vergogna.
Il 79% dei chiamanti si dichiara tuttavia molto soddisfatto del servizio che è stato reso.
Al numero verde di riferimento rispondono operatori appositamente formati: psicologi e counsellor, che effettuano una prima analisi di ciascun quesito ricevuto ed offrono un primo livello di informazioni. In genere, si dà un aiuto cercando di tranquillizzare le ansie ed invitando ad adottare comportamenti utili ad affrontare al meglio la situazione. Gli operatori, valutato il caso, possono orientare l’utente verso la rete dei servizi territoriali dell’ASUR, indicando i nominativi di esperti, riferimenti telefonici, orari, modalità per fissare un appuntamento, sede del colloquio: l’utente può prendere un appuntamento con l’esperto, che può delineare un percorso di presa in carico, se ritenuto opportuno o necessario.