Di certo sembrano allungarsi i tempi per gli aumenti previsti dal governo il prossimo 1 maggio. Innanzitutto perché ancora non vi è ancora un decreto che stabilisca criteri e tariffe. E poi il Pd ha presentato un emendamento al decreto Milleproroghe per scongiurare questi aumenti. «La gara attivata dall'Anas per realizzare un sistema di telepedaggio elettronico è illegittima ed è stata già impugnata al Tar - fa sapere Tito Iannuzzi, Pd - poiché ancora non è stato approvato un decreto a riguardo».
«Abbiamo presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, in discussione alla Camera in queste ore, per chiedere di rinviare i nuovi pedaggi alla fine dell’anno - commenta il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta - Questo perché l’intera procedura è viziata da confusione e impantanata sempre per responsabilità del Governo che non ha ancora emanato il decreto per individuare le tratte e le modalità di tariffazione, come prevede la legge. Fermo restando che siamo contrari ai nuovi pedaggi sulle strade Anas e che, alla luce della sentenza del Tar di oggi, c’è bisogno di maggiore chiarezza per evitare altre brutte figure»
L'intervento del Tar Lazio
Al decreto, che impone l'aumento del pedaggio per le autostrade, era già stato posto a settembre 2010 un emendamento bipartisan (Pd e Pdl) per fermarlo, che però era stato bocciato.
Il decreto non prende in considerazione l'esistenza di persone che percorrono le strade di interconnessione senza però entrare nelle autostrade, come nel caso del Gra di Roma. Inoltre lo stesso decreto è stato adottato anche in violazione delle norme comunitarie in materia.
Queste le motivazioni per le quali il Tar del Lazio ha disposto l'annullamento del decreto ministeriale con il quale il 25 giugno 2010 sono state individuate le stazioni di esazione per le quali dovevano essere applicati gli aumenti dei pedaggi a decorrere dal primo luglio scorso.
I giudici hanno accolto i ricorsi proposti dalla provincia di Roma, ma anche dalle province di Firenze, Rieti, Ferrara e Pescara, nonchè dalla regione Toscana, dal comune di Fiano Romano (ma sono stati 41 i comuni che si sono schierati con la provincia di Roma) e dal Movimento dei cittadini.
Secondo i giudici il decreto «avrebbe individuato caselli o stazioni di esazione collocati in luoghi non direttamente o comunque non necessariamente interconnessi con tratte autostradali per le quali è stato imposto il pagamento di un pedaggio – così legge nelle sentenze – con conseguente imposizione agli automobilisti di una prestazione patrimoniale aggiuntiva che prescinderebbe dall’utilizzo in concreto del tratto viario interessato dal pedaggio».
E quindi «non vi sarebbe la necessaria ed imprescindibile corrispondenza tra chi è tenuto al pagamento del pedaggio e quanti utilizzano le tratte di strada interessate dal provvedimento».