Bancarotta fraudolenta, sequestrata una villa a Grottammare

Bancarotta fraudolenta, sequestrata una villa a Grottammare

Il prestigioso immobile risulta acquistato con proventi illeciti

L’immobile, dotato di piscina e arredi esclusivi, secondo le indagini condotte dai militari nell’ambito della delega conferita dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, è risultato infatti acquistato con proventi illeciti, frutto di fraudolente sottrazioni a danno di una società dall’indagato stesso in precedenza co-amministrata e successivamente fallita, operante nel settore delle forniture di ferro per cemento armato, all’epoca attiva attraverso una struttura operativa ubicata nel maceratese.

Le indagini sono state avviate proprio a seguito del fallimento della società, decretato con sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno nell’anno 2009, per effetto del ricorso presentato dalla restante compagine del Consiglio di Amministrazione, in considerazione che le cause del dissesto non erano da individuarsi in fattori di carattere economico (in altri termini, non vi era stato un calo delle vendite), bensì in quelli finanziari, quale conseguenza di una forte crisi di liquidità, essenzialmente determinata, come accertato nell’ambito delle indagini, dall’illecita sottrazione di circa 1 milione di euro dalle casse della società da parte del citato indagato, un trentanovenne di Grottammare (AP), dimessosi prima del default.

La fraudolenta appropriazione è risultata essere stata attuata dal soggetto mediante una duplice procedura: in primo luogo, attraverso la creazione e la contabilizzazione, nei registri della società, di false fatture di acquisto al fine di appropriarsi dei pagamenti destinati ai fornitori e, in secondo luogo, mediante l’imputazione, a carico della stessa ignara società, dei costi relativi alla costruzione di una villa personale di assoluto pregio e  dotata di ogni confort, ubicata sulle colline di Grottammare (AP), e l’acquisto di una Ferrari “F 131”, quest’ultima del valore di quasi 113 mila euro.

G.R., 37 anni, risulta indagato per bancarotta fraudolenta patrimoniale aggravata (per le ipotesi distrattive menzionate), bancarotta fraudolenta documentale (perché in qualità di consigliere del CdA e amministratore, teneva le scritture contabili in modo da non permettere la reale ricostruzione del patrimonio della società fallita), bancarotta fraudolenta dolosa e aggravata (in quanto, sottraendo illecitamente ricchezza alla società, cagionava o concorreva a causarne deliberatamente il fallimento), dichiarazione fiscale fraudolenta mediante uso di fatture false, falso in scrittura privata (false sottoscrizioni di “girata” di assegni).

Sono attualmente in corso di esecuzione apposite perquisizioni delegate dal PM procedente a San Benedetto del Tronto e Grottammare presso due residenze private, uno studio professionale e una società.
Le attività continuano ora attraverso la disamina delle diverse posizioni bancarie individuate dai militari, finalizzate alla ricerca di ulteriori elementi utili ad acclarare un potenziale ruolo attivo, nella perpetrazione degli illeciti, da parte di altri soggetti.