Il corpo di Simonetta Cesaroni fu trovato esanime nell'agosto 1990 negli uffici romani dell'Associazione degli Ostelli della gioventù in via Poma, nel quartiere Prati a Roma. Il corpo straziato da 29 coltellate. Davanti alla terza corte d'assise di Roma, presieduta da Evelina Canale, unico imputato Raniero Busco, l'ex fidanzato di Simonetta, accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Contro Busco sono agli atti del processo i risultati di diverse consulenze, l'ultima delle quali ha indicato come compatibile con la sua arcata dentaria il segno di un morso sul seno di Simonetta e con il suo Dna una traccia di saliva sul corpetto che indossava la Cesaroni al momento in cui fu uccisa.
A suo favore, i risultati di una consulenza di parte che escluderebbe la sua responsabilità nell'omicidio e che vorrebbe il segno del morso sul seno come compatibile anche con i 'denti' di un fermacapelli trovato rotto vicino al corpo della ragazza.