Le relazioni personali tra Berlusconi e Putin vengono interpretate dalla diplomazia americana come un elemento destabilizzante per la sicurezza energetica europea. Non è cosa inventata che gli americani da tempo siano preoccupati per certi atteggiamenti russi verso l’Europa, e non potrebbe essere altrimenti considerando che la Russia è il maggior produttore globale di idrocarburi, mentre l’Europa è una delle regioni più dipendenti dalle risorse energetiche estere. Wikileaks documenta la preoccupazione americana per l’intensa cooperazione commerciale tra ENI e GAZPROM.
La partnership energetica italo russa fu avviata ben cinquanta anni fa – in piena guerra fredda – dall’Eni di Mattei con i primi accordi petrolio contro tecnologie e portata avanti negli anni con il ruolo attivo del governo Prodi nel 2007 nel progetto del gasdotto South Stream. Il timore oggi di Wahington è che grazie al ruolo di spalla giocato dall’Italia la Russia sia in grado di tenere sotto costante ricatto politico l’Unione. Durante la guerra fredda i paesi europei importavano dall’Unione Sovietica ,allora nemico ufficiale, l’80% delle proprie forniture di gas. Oggi la UE importa dalla Russia il 38% e pertanto questa dipendenza della domanda non può rappresentare un elemento di vulnerabilità. Negli Usa è diffusa l’idea che le scelte energetiche italiane siano dettate da una politica miope ed eccessivamente appiattita sulla relazione privilegiata con Mosca. Il Dipartimento di Stato non manca di descrivere l’Eni come una “macchina di potere”al servizio e protetta dai politici italiani, che userebbe la carta energetica per rafforzarsi in ambito europeo. C’è da considerare però, che il management di Eni ha dimostrato sempre abile intraprendenza ed ha reso la compagnia un attore globale di grande importanza nel solco di una lunga tradizione che risale al compianto fondatore Enrico Mattei.