Lotta all'Aids, oggi è la Giornata mondiale

Lotta all'Aids, oggi è la Giornata mondiale

La Regione Marche ha reso disponibili risorse finanziarie per un totale di 100mila euro

Finora le adesioni sono state numerose e si pensa di coinvolgere non solo le ultime classi delle scuole superiori ma anche le terze e le quarte.
Stando ai dati del Servizio Salute della Regione Marche, risulta una minore contrazione di infezione tra la popolazione giovanile. Ciò a dimostrazione del fatto che si sta passando da un’epidemia prevalentemente diffusa tra i giovani a un’altra in cui prevalgono le infezioni nelle persone adulte. “Tuttavia – ha invece fatto sapere l’assessore ai Servizi sociali, Luca Marconi – è dai giovani che partirà questa campagna perché abbassare la guardia nei confronti di tale fascia sociale significherebbe commettere un grave errore”. Di fronte a un aumento della percentuale di contagio per via sessuale, l’informazione deve, infatti, necessariamente mantenersi costante e capillare nei confronti della fascia di età in cui avvengono le prime esperienze sessuali, spesso con una bassa valutazione del rischio di contagio.
In particolare, i temi al centro della campagna sono: l’invito a fare il test per rendere maggiormente consapevoli i soggetti che hanno avuto un comportamento a rischio; l’invito a curarsi; le modalità per evitare il contagio, per ridurre o eliminare i fattori di rischio e promuovere l’adozione di norme preventive universali; la conoscenza dei rischi dell’infezione, le attuali possibilità di cura ed i vantaggi di una precoce diagnosi di infezione e dell’avvio anticipato delle cure stesse; la solidarietà con i sieropositivi e con i malati di AIDS, per affermare il diritto alla riservatezza e alla piena vita produttiva, sociale e culturale. 
Per la campagna informativa, che durerà almeno sei mesi, verranno coinvolti i mezzi di informazione a vari livelli (TV, radio, testate giornalistiche, rete internet).

I DATI

Il Servizio Salute della Regione Marche elabora periodicamente dati relativi alle diagnosi di Aids e, dallo scorso anno, anche delle diagnosi di nuove infezioni da Hiv+ nella regione.
Dal resoconto aggiornato al periodo 2008-2009, emergono i seguenti aspetti collegati al fenomeno: rispetto alle modalità di trasmissione si evidenzia – sia in Italia, sia nelle Marche – come le nuove infezioni da HIV siano da attribuirsi in netta prevalenza a contatti sessuali: eterosessuali (68,8% nel 2008 e 67,9 nel 2009) ed omosessuali (23,7% e 16%, rispettivamente) mentre sono pressoché scomparse quelle conseguenti allo scambio di siringhe associato all’uso iniettivo di droghe (nessuna nel 2008; una, pari all’1,2% nel 2009).
Rispetto alle persone maggiormente colpite una riflessione si impone riguardo alla popolazione straniera: nella regione Marche gli stranieri costituivano il 29,7% delle persone con nuova diagnosi di infezione da HIV nel 2008; la percentuale è salita al 31,8% nel 2009; significativa, inoltre, l’inversione del rapporto di genere: le donne costituiscono il 66,7% delle nuove diagnosi fra gli stranieri, contro il 19,7% fra gli italiani (dati relativi al 2008).

Rispetto all’età, al momento della diagnosi di infezione, in un quadro nazionale che registra un aumento, per i maschi, da 26 (1985) a 37 anni (2007), per le femmine da 24 a 33 anni, la regione Marche nel 2009 registra una concentrazione maggiore di nuove diagnosi nella fascia di età compresa tra i 30 e i 49 anni (60%) mentre il 37,4% ha più di 40 anni di età.
Rispetto alla diffusione attuale del virus HIV nella nostra Regione, le nuove infezioni da HIV si sono attestate a 6,1 casi per 100.000 abitanti nel 2008 e a 5,2 ogni 100.000 abitanti nel 2009; Rispetto alla consapevolezza del proprio stato di malattia, è da segnalare che solo il 40-46% delle circa 4.000 persone con HIV stimate risiedere nelle Marche è attualmente assistito presso
i centri di cura della Regione. Ciò significa che molte sono le persone con HIV ignare del proprio stato e quindi non nella condizione di accedere tempestivamente alle cure necessarie né tanto meno consapevoli di poter trasmettere una grave malattia.
In conclusione: la forte diminuzione dei casi di AIDS notificati e della mortalità, non ha corrisposto a un decremento del numero delle persone contagiate dal virus HIV; non esistono più categorie a rischio come nella fase di esordio della diffusione dell'AIDS, ma esistono comportamenti a rischio che determinano un pericolo di contagio; paradossalmente, i progressi nel campo delle terapie hanno determinato una riduzione dell'attenzione.