I costruttori edili piceni protestano a Montecitorio

I costruttori edili piceni protestano a Montecitorio

La denuncia dell'assenza di una politica economica e industriale per il settore

Un settore che, per questo, diventa decisivo per uscire dalla crisi e per rilanciare la crescita. Non si tratta di chiedere nuove risorse, né di ottenere vantaggi e privilegi per la categoria, ma di restituire al settore la priorità che gli compete attraverso una serie di interventi che ripristino il corretto funzionamento del mercato.
Fra questi ricordiamo:
>    Garantire i pagamenti alle imprese per i lavori eseguiti

E' necessario ripristinare un rapporto di reciproca lealtà e legalità tra lo Stato e le imprese. Non si può far fallire le imprese per non far fallire le amministrazioni pubbliche. Le punte di ritardo che arrivano anche a 24 mesi sono inaccettabili e stanno mettendo in ginocchio le imprese di costruzione su tutto il territorio nazionale.

>    Utilizzare le risorse pubbliche disponibili

Occorre fare chiarezza sulle risorse effettivamente disponibili per gli investimenti infrastrutturali. Serve un'azione concreta per attivare immediatamente le risorse esistenti (vedi delibere Cipe, fondi Fas) per la modernizzazione infrastrutturale del Paese e la messa in sicurezza del territorio. I provveditorati alle opere pubbliche sono senza fondi e i piani per le opere medio piccole risultano definanziati.

>    No a un fisco distorsivo, sì a un fisco per lo sviluppo

Bisogna eliminare le penalizzanti distorsioni attualmente esistenti nelle misure fiscali per la categoria. L'obiettivo è una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, imprese e cittadini.

>    Regole semplici e più controlli

Serve un sistema di regole semplici, con una chiara responsabilità della pubblica amministrazione. E' necessario sapere chi decide e cosa. L'Ance a questo proposito ha elaborato un pacchetto di proposte importanti che va nel segno indicato di semplificare la normativa esistente, intensificando i controlli e rendendo evidenti le responsabilità di ciascuno

>    Lotta all'illegalità e qualificazione delle imprese

L'Ance è fortemente impegnata nell'elaborazione e nell'adozione di norme e procedure per combattere il grave fenomeno della criminalità organizzata nel settore degli appalti. Qualsiasi misura a difesa della legalità deve essere essenziale, efficace e deve tutelare le imprese corrette, che non possono e non devono essere lasciate da sole nel fondamentale lavoro di prevenzione e di presidio del territorio. Lo stato deve essere al fianco di queste ultime e ciascuno deve svolgere a pieno e fino in fondo il proprio ruolo.

>    Allineare il costo del lavoro a quello degli altri settori

Il settore delle costruzioni ha un costo del lavoro maggiore rispetto ad altri comparti produttivi a causa del peso eccessivo degli oneri sociali.

Per questo saremo mercoledì 1° dicembre 2010, dalle ore 10.30 a Piazza Montecitorio

Questa la lettera indirizzata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari, di maggioranza ed opposizione, nella quale si evidenzia lo stato in cui versa il comparto, sia in termini occupazionali che di competitività.

"Il grido di allarme lanciato un anno e mezzo fa, con l'importante evento degli Stati Generali delle Costruzioni non ha, ancora, ottenuto un'efficace risposta né sul piano legislativo né su quello delle risorse. Le imprese e i lavoratori dell'edilizia chiedono, pertanto, al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche un forte impegno per il rilancio delle costruzioni, quale motore della ripresa e notoriamente volano dello sviluppo, a partire da una serie di azioni che ritengono assolutamente prioritarie: sbloccare i ritardati pagamenti della PA; spendere le risorse già stanziate per opere pubbliche e attivare i fondi FAS/comunitari senza ulteriori rinvii e riprogrammazioni; abolire le imposte distorsive nell'ambito di una riforma fiscale per lo sviluppo; semplificare le procedure in materia edilizia, pubblica e privata; rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell'immobiliare.

Si tratta di principi e proposte che avanziamo non per reclamare vantaggi o privilegi, bensì per rivendicare la centralità del nostro settore nell'economia italiana e dare una risposta efficace alla grave crisi in atto.

per richiamare l'attenzione del Governo, del Parlamento e di tutte le forze politiche sull'importanza del settore delle costruzioni per l'economia del Paese e sulla crisi senza precedenti che lo ha colpito: circa 30 miliardi di investimenti in costruzioni in meno in quattro anni, oltre 250.000 posti di lavoro persi nelle costruzioni e nei settori collegati, oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione, oltre 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, imperniata del numero dei fallimenti anche per effetto dei gravissimi e inaccettabili ritardi, con punte di 24 mesi, nei pagamenti delle PA.

L'allarme era già stato lanciato un anno e mezzo fa con un evento che riunì per la prima volta tutte le Sigle operanti nel comparto delle costruzioni e da allora, di fronte all'insufficiente politica industriale di sostegno, imprese e sindacati della lunga filiera dell'edilizia hanno continuato a denunciare, a livello sia nazionale che territoriale, la gravissima difficoltà del settore, cercando un dialogo con il Governo e le amministrazioni locali, sollecitando un confronto e avanzando proposte concrete che hanno, spesso, incontrato il favore "bipartisan" delle forze politiche.
Questa azione, responsabile e propositiva, non ha ancora ottenuto un'efficace risposta, né sul piano dei provvedimenti legislativi e delle risorse finanziarie, né su quello del confronto visto che il Tavolo Interministeriale dell'Edilizia, insediatosi a Palazzo Chigi nel luglio 2009, si è finora riunito una sola volta.

Non si può, quindi, protrarre ulteriormente l'attesa vista la grave perdita dei posti di lavoro e di competitività del Paese.

Le imprese e i lavoratori dell'edilizia ritengono prioritario:

1.    Sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità anche per gli enti virtuosi. Un allentamento del Patto è auspicabile, soprattutto al fine di finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali ed artistici.

2.    Rendere effettivamente disponibili le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali - a partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere o all'edilizia scolastica - e attivare i fondi FAS/comunitari senza ulteriori rinvii e riprogrammazioni.

3.    Puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità.

4.    Eliminare le penalizzanti distorsioni fiscali esistenti nel settore immobiliare nell'ambito di una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, imprese e cittadini.

5.    Rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell'immobiliare.

6.    Attivare strumenti di lotta all'illegalità e promuovere la qualificazione con procedure esigibili e chiare in stretta collaborazione con le imprese e i lavoratori, senza penalizzare la quotidiana operatività delle imprese corrette.

7.    Estendere all'edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria.

Gli Stati Generali delle Costruzioni chiedono al Governo e a tutte le forze politiche del Paese un forte impegno di rilancio delle costruzioni a partire dalle priorità sopra indicate.