Lo sostiene il rapporto sulla “Terza età, un mondo da scoprire,una risorsa da valorizzare” di Salute-La Repubblica presentato in questi giorni presso il Complesso Monumentale di Borgo Santo Spirito dal Direttore del Censis Giuseppe Roma coadiuvato dall’ideatore della manifestazione,giunta alla10^edizione, Guglielmo Pepe editorialista del quotidiano.
Dal 2002 al 2010 gli ultrasessantenni sono aumentati del 12,7%,gli ultrasessantacinquenni del 14,6%,gli ultranovantenni dell’11,8%. I centenari sono più che raddoppiati: da seimila a quindicimila. E’ cresciuta l’autonomia della popolazione anziana in quanto oltre l’85% si dichiara in grado di fare tutto da solo –nel 2002 era il 76,6%- si è dimezzata la quota dei non autosufficienti che è ora pari all’1,5%.
Si è spostata in avanti l’insorgenza di patologie invalidanti,la non autosufficienza si manifesta dopo i 70 anni e si è constatato che le condizioni di salute per la terza età peggiorano procedendo dal nord verso il sud a causa di molteplici fattori come organizzazione sanitaria e stili di vita.
In questi anni la terza età è stata descritta come una generazione aperta,solidale,capace di proiettarsi al futuro,di organizzare la propria vita senza pesare sugli altri,desiderosa di relazioni familiari ed amicali per superare le inevitabili fragilità che accompagnano il procedere degli anni,prima di tutte la solitudine.
Richiesti di valutare come è cambiata la propria condizione di vita negli ultimi dieci anni,è prevalso un giudizio di stazionarietà che vira verso il peggioramento soprattutto al sud ove quasi il 43% denuncia di stare peggio oggi rispetto a dieci anni fa.
La crisi è percepita in maniera profonda dagli anziani , non solamente per ragioni economiche. Si è incrinato il complicato rapporto con le persone più giovani giudicate ora più distanti. Questo vale anche nel rapporto con i figli in quanto il 15% ammette oggi cattive relazioni con essi,nel 2002 erano il 3% .
Il rapporto ci dice anche che crescono gli anziani che aiutano i figli si è passati dal 32% di dieci anni fa al 48% di oggi. Nell’altro senso crescono coloro che vengono aiutati da figli e parenti che sono ora al 47% rispetto al 25% del 2002. Un contributo decisivo al miglioramento delle condizioni di salute viene dagli stili di vita che nell’ultimo decennio hanno subito una vera e propria rivoluzione così quasi il 54% pratica attività sportive all’aperto o lunghe passeggiate – nel 2002 era solo il 21%-. Il 31,5% si nutre con prodotti provenienti da coltivazioni biologiche senza l’uso di pesticidi o altre sostanze chimiche, nel 2002 erano il 15%.
Da segnalare anche la partecipazione del Ministro della Salute Ferruccio Fazio che ha parlato di un programma di assistenza destinato a persone non autosufficienti e che ha rivelato che ogni tre anni l’età media aumenta di uno.Il prof.Francesco Florenzano dell’Università Popolare di Roma, ha lamentato l’assoluta mancanza di sostegni economici da parte governativa per queste istituzioni che svolgono attività di coinvolgimento di persone anziane, per migliorare la propria cultura, mentre in altri Paesi europei analoghe università sono validamente finanziate dallo stato. In conclusione è emerso nei dibattiti che l’anziano è un capitale a disposizione delle altre generazioni e come riferisce il Prof. Roma “Abbiamo degli anziani che stanno lì pronti per aiutarci non solo in famiglia ma non gli si dà spazio né autorevolezza:è un vero peccato sprecare questa risorsa straordinaria”