Il corpo, esanime, ma ancora in vita, era stato lasciato nel piazzale del grattacielo portorecanatese. Una folle corsa all’ospedale di Civitanova, i tentativi di cure più specifiche al Torrette di Ancona ed il nuovo ricovero in terapia intensiva alla sala rianimazione civitanovese, avevano lasciato capire, da subito, che le condizioni del giovane erano davvero critiche. E domenica a mezzanotte, il suo cuore ha smesso di battere.
Le indagini dei carabinieri si erano avviate dai primi istanti successivi all’evento. L’episodio del pestaggio, a morte, del magrebino non era avvenuto nel contesto dell’House ma in Via Salvo d’Acquisto, nel viale di accesso alla cittadina rivierasca.
La Procura della Repubblica di Macerata immediatamente ha assunto la direzione delle indagini. Controlli sono stati attuati da 18 pattuglie in uniforme e 10 in abiti simulati, con – a disposizione per il pronto impiego – l’elicottero del 5° elinucleo di Falconara (AN). Nella notte gli sviluppi. Inseguimenti e pedinamenti, attuati perlopiù a Recanati, dove si era rifugiata in maggioranza la “banda”, con persone sfuggite in rocambolesche fughe nei campi, nel greto del fiume potenza e in strutture ricettive. Una battuta attuata da 70 carabinieri del Comando Provinciale di Macerata, con all’opera gli uomini di tutte le 9 stazioni di Civitanova, Macerata e Tolentino. L’elicottero nel cuore della notte si è levato in volo e fornito riscontri dall’alto fino all’alba. Le persone ricercate sono state, mano mano che venivano intercettate sul territorio, tutte condotte presso la sede della Stazione di recanati.
La Procura Maceratese ha emesso provvedimento di fermo di indiziato di delitto verso cinque persone, 3 uomini magrebini, un italiano e una donna. Indagati, a vario titolo, sia per il concorso nel sequestro di persona che l’omicidio volontario. Tutti sono stati condotti presso le case circondariali di Ancona e Camerino.