Costei si era classificata prima in una graduatoria dell'Ambito Territoriale XXII, del quale è capofila il Comune di Ascoli, con la conseguente assegnazione di un incarico professionale con compenso di 10 mila euro.
Ieri, in un'udienza durata circa un quarto d'ora, però non c'era il procuratore Renzo a sostenere l'accusa ma il suo Sostituto Umberto Monti che ha chiesto al Gup il non luogo a procedere.
Come minimo ci troviamo di fronte ad una Procura della Repubblica “strabica”: il Capo dell'Ufficio giudiziario ravvisa un reato penale, il Sostituto no.
Dato che la sentenza del Gup non è impugnabile, la dirigente Falciani e sua figlia sono a posto. I 13 candidati di quella graduatoria esclusi non sappiamo cosa ne penseranno della questione.
Di fatto arriva dalla Procura della Repubblica un lasciapassare per tutti i dirigenti e amministratori pubblici che vorranno creare presupposti di favore per i propri parenti: via libera, fate pure ciò che vi piace, non vi daremo fastidio.
Un altro messaggio chiaro va a coloro che d'ora in poi si metteranno in mente di denunciare certi fatti: parole gettate al vento e energie sprecate insieme ad una visione del bene comune che non fa più parte delle aule giudiziarie … almeno di quelle ascolane.
Spesso i cittadini si rivolgono ai giornali per avere la voce che non hanno.
Si rivolgono ai giornalisti sperando di salvaguardare la propria identità nel caso rivelino situazioni imbarazzanti per qualche personaggio pubblico.
A volte alcuni cittadini per paura di ritorsioni presentano esposti anonimi alla magistratura. E quasi sempre in quegli esposti c'è un “per conoscenza” anche alle redazioni dei giornali. Tra queste persone spesso ci sono mitomani, depistatori o, più semplicemente, pazzi.
Nell'arco della mia esperienza, piccola se volete (trent'anni), ho potuto verificare che è comunque utile verificare ogni anonimo, ogni notizia, con il presupposto che dicano il vero e quindi con lo stesso impegno che si deve dare ritenendo di trovarsi di fronte alla denuncia di un fatto vero.
Nell'ultimo periodo (febbraio -aprile 2008) ci era stato spedito un plico anonimo in redazione contenente una serie di documenti relativi ad una graduatoria per un incarico professionale all'interno dell'Ambito Territoriale Sociale XXII. All'interno della busta c'erano il bando, i verbali dei colloqui dei 4 candidati (tutti giornalisti pubblicisti) rimasti nella selezione su 14 concorrenti che avrebbero dovuto comunicare le attività del progetto per anziani finanziato con 210 mila euro dalla Fondazione Carisap.
I 10 mila euro erano per un comunicatore delle attività verso gli anziani. Verificai che quanto si diceva nell'esposto era veritiero e sul mensile Picus denunciammo questa vicenda.
Il coordinatore dell'Abito Sociale, Rapagnani, disse che facevamo del "becero giornalismo infamante". Oggi probabilmente, dopo la scelta della Procura, gongolerà e si fregherà le mani.
Le repliche alle lettera che Rapagnani pubblicò su sito dell'Ambito:
Ecco a voi Rapagnani il censore