Dopo i due laboratori interattivi (“Capirci qualcosa: strumentario per orientarsi nell’informazione economica” e “Non siamo soli. Vigilanza, trasparenza e tutela dei clienti”, entrambi all’Università di Macerata), il pomeriggio del 23 novembre ha visto concludersi la giornata maceratese di “In Viaggio”, con l’incontro, allo splendido Teatro Lauro Rossi, dal titolo “Piccole imprese, scelte grandi”.
Paola Ansuini, del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, ha aperto i lavori, presentando brevemente il tema dell’incontro e il percorso formativo per le piccole imprese pensato dalla Banca d’Italia, un progetto che ci sta molto a cuore, ha detto, con l’obiettivo di rafforzare la relazione tra cultura finanziaria, fiducia nelle istituzioni e i servizi offerti ai cittadini.
A seguire Maurizio Cannistraro, Direttore della Sede di Ancona della Banca d’Italia, ha illustrato gli eventi della tappa marchigiana di “In Viaggio con la Banca d’Italia”, introducendo il titolo dell’incontro di oggi “Piccole imprese, scelte grandi”, che è stato presentato anche a Macerata, per l’attenzione al territorio che la Banca d’Italia ha verso le comunità e anche verso le pmi, protagoniste dell’evento.
In rappresentanza del Sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, è intervenuta l’Assessore alla Cultura del Comune, Katiuscia Cassetta che ha accolto con favore l’impegno della Banca d’Italia nel rafforzare la cultura finanziaria delle persone e degli imprenditori in particolare. Le Marche hanno un tessuto produttivo molto ricco che va alimentato grazie alla formazione, dei giovani, degli imprenditori e di chi qui lavora, ha detto. Ha poi ricordato l’incubatore di start-up all’ex Mattatoio e la promozione di un corso di autoimprenditorialità in collaborazione con l’Università e un istituto tecnico, per alimentare lo spirito imprenditoriale tipico della cultura marchigiana. Ha concluso ricordando che la violenza sulle donne è anche violenza finanziaria, come scrisse Banca d’Italia nel 2020.
In proposito Paola Ansuini ha ricordato i vari studi della Banca sul tema e il progetto formativo “Le donne contano”, finalizzato a colmare il divario di genere sul piano economico-finanziario.
Paolo Finaldi Russo, del Servizio Educazione Finanziaria della Banca d’Italia, ha presentato i 4 percorsi formativi gratuiti pensati dalla Banca d’Italia per i piccoli imprenditori: gestione finanziaria dell’impresa, rapporto con la banca, cosa fare in caso di difficoltà, centrale dei rischi e strumenti di tutela. Arricchire le competenze finanziarie può aiutare a gestire meglio la propria azienda. Si tratta di aiutare e sostenere i piccoli imprenditori che hanno poche competenze finanziarie: questo è un dato che emerge dalle analisi della Banca d’Italia, in quanto sono proprio loro a essere non sempre preparati a gestire tutti gli aspetti finanziari che riguardano la gestione della propria impresa. Il progetto formativo del 2023 coinvolge 8 tra associazioni di categoria delle imprese e Unioncamere,
con 350 formatori per raggiungere migliaia di imprenditori sul territorio nazionale, grazie alle 35 Filiali della Banca d’Italia, attraverso lezioni in aula, corsi online, materiale didattico. Una sfida culturale per la Banca per rafforzare la cultura finanziaria delle imprese.
Il punto di vista dell’accademia l’ha fornito Barbara Fidanza, Professoressa di Finanza aziendale all’Università di Macerata, che ha tracciato un quadro degli andamenti dei fatturati delle imprese italiane e marchigiane anche nei vari comparti produttivi. Le pmi mostrano un dinamismo maggiore e recuperi di crescita maggiore, anche nel cash flow; ciononostante i tassi di crescita della liquidità sono in calo dal 2022. Tuttavia le pmi italiane sono riuscite ad investire anche in momento in cui – tra guerre e altri fattori, non è positivo. C’è sempre maggiore consapevolezza in quello che definisce il trinomio economia società aziende: più della metà delle imprese sono attive per ridurre l’impatto aziendale delle loro società e gli investimenti sostenibili incidono sempre di più nei bilanci delle aziende. C’è però ancora molto da fare proprio tra le piccole imprese: una su cinque non intende o non si sente in grado di cogliere l’opportunità della transizione energetica. Sul fronte della liquidità la professoressa Fidanza ha spiegato come la maggior parte delle imprese italiane ricorra all’autofinanziamento per reperire la liquidità necessaria per far funzionare, segnalando probabilmente un problema di accesso ad altre linee di credito che potrebbero aiutare gli investimenti richiesti dalla doppia sfida della rivoluzione digitale e verde.
Pio Piero Paoloni, Chief Finance Officer Cyber Evolution s.r.l., ha raccontato l’esperienza della sua start up in cybersicurezza e come abbia trovato accesso al finanziamento per supportare il suo progetto: sono entrati venture capital anche istituzionali che hanno dato la spinta alla realizzazione dei primi traguardi, e si preparano per il 2024 ad una raccolta di finanziamenti da investitori anche internazionali. Paoloni ha poi raccontato che una parte importante del successo dell’aver raccolto da subito l’interesse dei primi investitori viene da una accurata pianificazione e un piano strategico dinamico, continuamente aggiornato, e trasparente.
A fare il punto sulla posizione delle banche, è stato Giuseppe Marco Litta, Presidente della Commissione regionale ABI delle Marche; per il sistema creditizio l’imprenditore è il proprio patrimonio ed è un patrimonio da preservare, ha detto. Le banche si sono attrezzate fornendo a tutti i livelli di imprese un modello di servizio, con gestori che sono in grado di interagire con i clienti e di scambiare con loro le informazioni necessarie, in un rapporto di trasparenza e fiducia sempre più forti tra imprenditori e banche. L’interazione dev’essere quotidiana e capillare, soprattutto in un tessuto imprenditoriale così diffuso come quello della Marche. Ha definito le tre sfide del prossimo futuro: Fare sistema, costruire economie di scala, e trovare una strada per l’internazionalizzazione, ricordando però nel contempo che le banche marchigiane, anche in un rapporto di consulenza costruito condividendo informazioni con le imprese, sono pronte a schierarsi a fianco degli imprenditori per prepararli al meglio in queste sfide.
Salina Ferretti, Amministratore Delegato Falc S.p.A, ha raccontato l’esperienza della sua società nata cinquant’anni fa e che lavora da sempre nella produzione di calzature: le chiavi del successo, e della capacità di costruire legami solidi con le banche e altri finanziatori sono state la fiducia e la reputazione; La Ferretti riconosce il ruolo dei commercialisti e dei consulenti per aver permesso alla sua società di crescere in modo sano; se le banche piccole sono più vicine e prossime all’imprenditore, ha sentito invece lontane nella sua esperienza le grandi banche le cui decisioni sono prese lontano
dai territorio.
Luca Mira, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Macerata e Camerino, ha spiegato come i consulenti sono chiamati nelle piccole imprese per fare da mediatori, da interpreti nel rapporto con la banca. L’impegno per aumentare la cultura finanziaria delle imprese si concretizza in un trasferimento di competenze tecniche, e la collaborazione nell’elaborazione del business plan.
È seguita una sessione di dialogo con il pubblico presente, che – tra i vari contributi e domande rivolte agli ospiti sul palco – ha chiesto anche approfondimenti sul programma di cultura finanziaria della Banca d’Italia e sulle competenze finanziarie necessarie per avviare una start up. A quest’ultima domanda Paoloni ha risposto che la prima competenza richiesta per lanciare una nuova impresa è quella di costruire un team di soci, collaboratori o consulenti, che lavorino in modo sinergico.
C’è stato tempo infine, a chiusura dell’evento, di parlare anche del progetto “Piccole Imprese, Scelte Grandi” dalla voce di chi lo ha già sperimentato nel primo pilota: il fattore vincente del progetto è proprio aver pensato di costruire un meccanismo moltiplicativo con gli esperti della Banca d’Italia che formano i formatori delle associazioni, e che possono così raggiungere quanti più imprenditori possibili.