«L'unica cosa verde e pulita delle energie rinnovabili sono i dollari»

«L'unica cosa verde e pulita delle energie rinnovabili sono i dollari»

«Quelli che circolano nei fondi d'investimento. Tutto è una grossa bolla speculativa»

Innanzitutto dico che allargare a macchia d’olio il discorso o depistarlo su altri argomenti non facilita un sano e lucido dibattito: io non ho parlato di edilizia, ma ho fornito dati precisi ed argomentazioni puntuali e su quelli mi piacerebbe avere un confronto. Inoltre sgombriamo il campo da ogni dubbio: il mio intervento non è a favore di alcun partito e/o politico, ma solo per amore della verità e del territorio in cui vivo.

Detto questo non ho nessuna ostilità pregiudiziale nei confronti degli interessi privati: sono l’anima dell’imprenditoria e quindi dell’economia, la distinzione da fare più che altro è tra interessi privati che servono anche la collettività e spingono allo sviluppo e altri interessi privati che fanno il bene solo di chi li porta avanti a danno della società civile (come la speculazione). Purtroppo quello che il suo lettore non coglie è che tutto il mondo delle energie rinnovabili è una grossa bolla speculativa che come altre in passato (internet, immobiliare,...) è destinata ad esplodere lasciando “morti e feriti” sul campo. Il discorso quindi, volutamente da me non affrontato per ragioni di spazio e di sintesi, non attiene solo alla provincia di Ascoli Piceno, ma al mondo intero. L’unica cosa verde e pulita delle energie rinnovabili sono i miliardi di dollari che circolano nei fondi di investimento che hanno “scommesso” su tale bolla.
E qui passiamo ai suggerimenti del nostro lettore.

Recentemente ho vissuto in Germania per quattro anni lavorando presso un istituto di ricerca e devo dire che ho una certa conoscenza della realtà tedesca. Il lettore dimentica di dire che il fotovoltaico è talmente efficiente in Germania (ha prodotto circa 1,1% dell’energia totale del Paese nel 2009) che pochi mesi fa il parlamento tedesco ha deciso di prolungare la vita delle 17 centrali nucleari (lì ci sono anche quelle!) mediamente di ancora 12 anni dopo il 2020, conscio che l’industria nazionale avrebbe subito un tracollo devastante. Il lettore dimentica di dire che dubbi sulla convenienza delle “energie alternative” sono stati sollevati anche in Germania da fonti autorevoli che prevedono il costo del kWh quadruplicato (si veda ad esempio Der Spiegel no. 38 del 20.09.2010. Una sintesi in italiano si trova a questo sito: http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201009201523-eco-rt10223-rinnovabili_der_spiegel_bel_sogno_ma_a_carissimo_prezzo).

Il lettore dimentica di dire che Q-Cell, il colosso produttore di celle al silicio nato nel 1999, è tedesco: sarebbe come pretendere che in Italia non circolassero auto FIAT. Il lettore si dimentica di dire che una diffusione significativa del fotovoltaico per poter parlare di smaltimento (produzione sopra i 100 GWh annui), in Germania si è cominciata ad avere a partire dal 2002 (si veda il rapporto sulle energie rinnovabili in Germania: http://www.erneuerbare-energien.de/inhalt/42720/).

Infine riguardo all’occupazione: a fine 2009 i lavoratori impiegati nel fotovoltaico in Germania erano circa 80600 (ricordiamo che la Germania possiede industrie che producono pannelli di silicio) e secondo il nostro lettore questo sarebbe il 20% della forza lavoro in Germania...come dire che la locomotiva d’Europa dispone in totale di ben 403000 lavoratori! Egregio direttore, il problema qui non è disincentivare il fotovoltaico, ma qui si disincentiva la verità dei fatti.

Vorrei chiedere al suo lettore: perché mi sarei dovuto risparmiare l’analisi economica? Forse la verità fa vacillare ideologie e paradigmi culturali consolidati?
Concludo con alcune parole del presidente del colosso chimico BASF, Juergen Hambrecht, il quale afferma che c'è il rischio di "una deindustrializzazione strisciante in Germania", poiché già adesso molte industrie hanno nel cassetto i piani per delocalizzare gli impianti all'estero, in Paesi dove l'energia e' più a buon mercato...vi ricorda qualcosa?».