Pd: «Fuori dalle regole non indire le elezioni per la Quintana»

Pd: «Fuori dalle regole non indire le elezioni per la Quintana»

«Le istituzioni dovrebbero promuovere un clima di positività e sana partecipazione»

Si vorrebbero far slittare le elezioni al mese di febbraio mentre, fino al 31 dicembre chi vuole continuare ad essere iscritto agli albi di sestiere, per votare e essere votato, dovrebbe confermare il proprio assenso direttamente all’Ente Quintana.
Sappiamo che la rievocazione storica è nel cuore di tanti ascolani, ma pretendere che quasi 10.000 persone si mettano in fila in un sol punto per ribadire la loro adesione sembra francamente ottimistico! A meno che non si voglia in questo modo restringere ad arte la base democratica e disincentivare  la partecipazione. Ma ci rifiutiamo persino di pensarlo. Del resto anche il problema delle doppie iscrizioni suona pretestuoso e può essere risolto con una ricognizione e un confronto puntuale di tutti gli albi  per sanare situazioni non chiare. O si potrebbero rinnovare gli albi, in concomitanza con le elezioni, facendo diventare il momento del voto anche una diretta riconferma dell’appartenenza al sestiere.
Il sindaco Castelli, se il suo obiettivo è procrastinare le elezioni e intervenire sugli albi, si sta muovendo fuori dalle regole democratiche che la manifestazione si è data e che lui, massimo esponente delle istituzioni cittadine, dovrebbe essere il primo a rispettare.
E’ fuori dalle regole non indire le elezioni e non rispettare gli articoli 4 (“l’adesione al sestiere è a tempo indeterminato e non può essere disposta per un periodo temporaneo”) e il 6 che attribuisce all’assemblea la sovranità nell’introdurre eventuali variazioni all’organo di convivenza rionale.
Sembrerebbe inoltre che, nelle intenzioni del sindaco, a chi si reca alla riconferma dovrebbe essere richiesto di firmare una clausola compromissoria che impegni i quintanari a non rivolgersi alla magistratura ordinaria per eventuali controversie; ci penserebbe l’Ente, nel caso, ad approntare un collegio di garanti “terzi” formato anche da magistrati e avvocati. E chi garantirebbe il “quintanaro semplice” dal giudizio di una “corte” pagata dell’Ente?  
Tutti dobbiamo fare in modo che la Quintana non sia solo un mezzo utilizzato dalla politica per assicurarsi consenso e visibilità ma uno spazio di partecipazione e incontro, specie tra i giovani, nei vari quartieri della città, con il giusto spirito di confronto e sano agonismo; lontano dai toni, che si stanno diffondendo in modo inquietante, simili a quelli del peggior tifo calcistico (offese, tensione continua e faziosa tra i  sestieri).
Anche e specialmente di questi tempi, così duri da un punto di vista economico e sociale,  un’occasione giocosa e culturale insieme, come la Quintana,  può essere un’opportunità per dare il segno che Ascoli è una città fiera di sé e della sua tradizione storica, della sua identità.
Le Istituzioni dovrebbero essere le prime a promuovere un clima di positività e sana partecipazione; purtroppo da troppi anni questo non è accaduto; e non sta accadendo ora quando, in barba ad ogni regola, si cerca di aumentare la confusione e scoraggiare gli ascolani tutti – senza distinzione di appartenenza politica - a vivere da protagonisti la loro Quintana.
Bisogna ricorrere al mezzo che in ogni manifestazione di vita associata è garanzia di una comunità democratica: la scelta, il voto».