A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia Matteo Ricci e l’assessore alla Pubblica istruzione Alessia Morani, che hanno evidenziato come l’appuntamento rientri in un nuovo progetto di formazione e sensibilizzazione degli studenti sulla legalità e sulla lotta alla mafia, che coinvolge oltre 20 classi degli istituti superiori di Fano. Dopo un’introduzione del giudice del Tribunale di Pesaro Elisabetta Morosini, a dialogare con il noto magistrato sui temi della legalità è stato il direttore della Biblioteca e Musei Oliveriani Marcello Di Bella, intervallato dalla lettura, da parte di Alessandra Giampaoli, di alcune pagine del volume, che ripercorre le inchieste più scottanti dirette da Spataro in prima persona: dal caso Tobagi alle Brigate Rosse, dal sequestro di Abu Omar alla ‘ndrangheta al Nord.
“Il nostro – ha detto il presidente della Provincia Matteo Ricci – è uno dei territori in cui si vive meglio e dove c’è una maggiore sicurezza, però in un momento come questo di grande crisi economica e sociale bisogna avere le antenne dritte, perché è più facile che si insinui l’illegalità. Le nostre antenne sono le scuole ed ogni anno vogliamo intitolare un istituto a persone che hanno perso la vita nella difesa della legalità, un valore che va conquistato ogni giorno”.
“La scuola - ha aggiunto l’assessore Alessia Morani - è un presidio della legalità e le istituzioni per essere credibili devono avere modelli positivi di comportamento. Spataro rappresenta quell’Italia bella e coraggiosa di cui tutti noi sentiamo un grande bisogno”. Il magistrato si è schernito più volte: “Sono uno che ha sempre fatto soltanto il suo dovere”. E parlando dei tanti magistrati che hanno perso la vita nella difesa della legalità ha aggiunto: “Non sono eroi perché sono morti, ma perché hanno voluto capire e conoscere con ostinazione”.