Il sondaggio, curato dal sociologo Nadio Delai ha preso in considerazione un campione di duemila intervistati rappresentativi della popolazione italiana.
Nelle 186 pagine del rapporto si parla non solo della felicità che è in ognuno di noi ma anche della “felicità comune come fine della società”.
Delai ha scavato ed indagato su come vivono e cosa sognano gli over 50 ed ha scoperto che nella lista dei desideri prima ancora del denaro e della affermazione personale c’è oggi in maniera preponderante,la voglia di buone relazioni. Otto intervistati su dieci sono convinti che “La vita buona”non sia più la rincorsa all’affermazione personale a tutti i costi. Emerge la voglia di superare l’individualismo sfrenato,di riscoprire le relazioni “buone”e di rivalutare l’importanza del bene collettivo. Se volessimo usare una sola frase potremmo dire che si è passati dall’io al noi.
Non si tratta però di buonismo fine a se stesso in quanto c’è la convinzione che in presenza di problemi economici o di salute, le difficoltà si affrontano meglio in un clima più attento alle relazioni con gli altri ed alle cose che contano davvero.”La domanda di vita buona – ha detto il presidente di 50 & Più Giorgio Re - nasce dalle persone mature e si estende a tutte le generazioni.
Vogliamo essere artefici e costruttori di questa domanda di vita buona. E’ una sfida con noi stessi”.
Nadio Delai ha messo l’accento sul fatto che la vita buona è in ognuno di noi “dobbiamo rompere l’incantesimo,siamo andati in questi anni, contro corrente. La bolla del sociale è scoppiata perché abbiamo passato gli ultimi due anni tra le bolle scoppiate, come quella della finanza,quella della borsa,quella delle materie prime.
Tra queste ci sono anche quelle dell’egoismo individuale, della competizione spinta,il gigantismo dell’io. L’economia è uscita dal sociale,” bisogna competere anche se si eliminano posti di lavoro,è il mercato che lo esige”, quante volte abbiamo sentito questa affermazione discorsiva.
E’ la bolla del cervello della classe dirigente di questo paese che non ha saputo cosa raccontare alla gente. Poi dopo mesi di silenzio sono diventati tutti ciarlieri e ci è stato detto che siamo vissuti al disopra delle nostre possibilità e quindi bisogna tagliare tutto.
Bisogna fare un passo avanti e dobbiamo invece cogliere i segnali positivi - continua Delai - Un ciclo dei diritti è terminato ed il 64%degli intervistati ci ha detto che è cominciato il ciclo dei doveri mentre il ciclo della soggettività spinta è finito”.
C’è una domanda non solamente sotterranea di “vita buona” come avere buoni rapporti all’interno della propria famiglia,con i genitori,con i figli,con i nonni, con i suoceri,avere un partner con cui si sta bene,ma si vuole avere anche buoni rapporti con il prossimo , con se stessi,avere amici su cui contare,considerare non solo l’interesse individuale ma anche quello collettivo. I dodici milioni degli over 65 oggi in Italia diventeranno venti milioni nel 2050, è una società destinata a pesare sempre di più in un paese come il nostro ove l’aspettativa di vita è elevata.
In conclusione: i problemi si affrontano meglio in un clima attento alle relazioni con gli altri ed alle cose che contano veramente nella nostra vita, il senso di responsabilità deve prevalere sulle libertà individuali quindi non si può vivere di soli diritti dimenticando i doveri.