"La mia era una protesta contro un dirigente della Federazione calcio serba, dirò di più domani al giudice", ha detto tramite il legale Gianfranco Pagano l'uomo, che domani sarà davanti al gip per la convalida del fermo per reati che vanno dal danneggiamento aggravato alla violazione delle norme per l'ordine pubblico.
"Sono un nazionalista come tutti, grande tifoso della Stella Rossa ed ero arrabbiato anche con il portiere delle nostra Nazionale che è passato al Partizan".
"Mi scuso con l'Italia, è la prima volta che vengo nel vostro paese", ha aggiunto. "Non ho nulla contro il vostro paese e non mi aspettavo tanto clamore".
Bogdanov, che martedì sera è stato a lungo ripreso dalle telecamere Rai mentre con maglietta nera e passamontagna tagliava indisturbato la rete di protezione dello stadio, a cavalcioni sulla barriera che separa le tribune dal campo, è stato riconosciuto facilmente per i tatuaggi sulle braccia, che riproducono un episodio della storia serba.
Iniziata con 35 minuti di ritardo, dopo sei minuti di gioco la partita di è stata sospesa dall'arbitro, mentre tifosi serbi col volto coperto hanno continuato a lanciare fumogeni, petardi e altri oggetti.
Il ministero dell'Interno serbo oggi ha riferito di aver arrestato subito dopo il loro ingresso in Serbia 19 persone che si presume siano coinvolte negli scontri.