E’ questo lo scopo della Campagna informativa lanciata dalla Regione Marche e presentata questa mattina, che si identifica con il messaggio “Chi ama…chiama”. Un invito a contattare il numero verde gratuito di riferimento 800 01 2277.
Le recenti ricerche sul fenomeno dell’uso di sostanze psicoattive evidenziano un’espansione progressiva del consumo tra i giovani e gli adolescenti. Sebbene da tali studi emerga che la maggioranza di essi non ne fa uso, proprio all’interno di questa maggioranza si collocano coloro che sono considerati a rischio d’assunzione, oltre a una minoranza significativa e crescente di consumatori di sostanze psicoattive legali (alcol e tabacco).
“Questa campagna – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali e alla Famiglia, Luca Marconi – non è un’operazione d’immagine ma rientra in una strategia d’attacco che punta, in questo caso, ai genitori di giovani e adolescenti. Non si fornirà né un messaggio allarmistico o emergenziale o né uno che minimizzi i rischi legati al consumo di droghe. Dire no alla droga è un presupposto da cui non si può prescindere ma non è sufficiente per impostare una campagna che incida sui meccanismi che ne determinano e ne favoriscono l’uso. Per questo abbiamo voluto rafforzare e potenziare i fattori protettivi che contrastano l’uso di sostanze psicoattive e che concorrono al contenimento e riduzione della richiesta di droghe da parte dei giovani”.
“La scelta di svolgere la campagna informativa sui fattori protettivi anziché sui fattori di rischio – spiega l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani - è motivata da due elementi: il primo è che in questo modo si riduce al minimo ogni rischio, non si entra nel merito di questa o quella sostanza, non le si nomina, evitando il pericolo di involontaria pubblicità; non si etichettano negativamente alcune situazioni di divertimento giovanile, né si alimentano stereotipi. Il secondo risiede nel fatto che la campagna mass-mediatica si rivolge prevalentemente al mondo adulto per stimolarne atteggiamenti e comportamenti che possano meglio aiutare i ragazzi nella loro crescita e renderli più responsabili nelle loro scelte”.
Sensibilizzare i genitori, e gli adulti in generale, alla necessità di una informazione approfondita sul fenomeno del consumo di droghe in età giovanile e sulle caratteristiche delle sostanze psicoattive legali ed illegali, allo scopo di acquisire la capacità di rapportarsi correttamente a tali problematiche; soddisfare il bisogno di informazioni elementari o approfondite da parte dei genitori di giovani e adolescenti; promuovere l’ascolto, il dialogo e la ricerca di una comunicazione familiare che si mantenga aperta anche negli anni difficili dell’adolescenza e della preadolescenza; indurre a considerare tra le priorità educative lo sviluppo della capacità di “saper accettare” i propri limiti; sono questi gli obiettivi specifici della campagna.
“La famiglia – continua Marconi – gioca un ruolo fondamentale. L’attenzione e la disponibilità dei genitori all’ascolto, alla ricerca di una comunicazione che si mantenga aperta anche negli anni difficili dell’adolescenza e della giovinezza, rappresentano fattori protettivi. Essa agisce sia come prevenzione primaria, sia come prevenzione secondaria, nel momento in cui alcuni indicatori significativi, quali l’insuccesso scolastico, le condotte di ritiro e di isolamento relazionale da gruppi di pari, o all’opposto atteggiamenti di sfida fortemente provocatori ed aggressivi, si coniugano con il primo uso di sostanze psicoattive. Si tratta, dunque, di promuovere atteggiamenti genitoriali e adulti che evitino il doppio errore, abbastanza comune, della sottovalutazione o della drammatizzazione”.
La campagna durerà almeno 6 mesi, da ottobre a marzo, e prevede il passaggio in radio, sulla stampa quotidiana locale, sulle pubbliche affissioni, e l’utilizzo di servizi telefonici e telematici di informazione e di consulenza.
Al numero verde di riferimento rispondono operatori appositamente formati che effettuano una prima analisi di ciascun quesito ricevuto ed offrono un primo livello di informazioni. Gli operatori, valutato il caso, possono orientare l’utente verso la rete dei servizi territoriali dell’ASUR, indicando i nominativi di esperti, riferimenti telefonici, orari, modalità per fissare un appuntamento, sede del colloquio: l’utente prende un appuntamento con l’esperto, che può delineare un percorso di presa in carico, se ritenuto opportuno o necessario.