Quando, per cause meteo non imputabili a nessuno, si ruppe la condotta del CIIP a Tallacano e il nostro territorio rimase senza acqua per diversi giorni, assistemmo al latrare degli sciacalli che tentarono, pretestuosamente, di addossare la responsabilità dell'evento alla allora dirigenza del CIIP.
Dove sono questi personaggi oggi ? Comprendiamo bene che qualcuno in questi giorni, invece di preoccuparsi di quanto accade agli abitanti di Folignano, è molto più interessato a far si che alla direzione della Zona sanitaria 13 venga nominato qualche suo “amico”, ma ci lascia molto perplessi chi, autoproclamatosi “difensore della cittadinanza”, tace. Forse che la cittadinanza va difesa solo quando ciò serve a far propaganda per la propria parte politica?
Il 24 settembre sulla stampa il sindaco di Folignano ha dichiarato che a seguito di un suo preoccupato fax di richiesta urgente di analisi a seguito di voci che l'acqua fosse inquinata, il neo-presidente del CIIP, il fermano Alati, gli ha assicurato che non c’era nessun tipo di problema e che l'acqua era potabile; il giorno dopo la stessa stampa riportava le analisi dell'ARPAM che dichiaravano non potabile l'acqua e di oltre 100 avvelenamenti: come mai i difensori dei consumatori tacciono di fronte a tale clamorosa incompetenza del fermano Alati? Se queste cose fossero successe con il precedente consiglio di amministrazione del CIIP avremmo assistito ad una canea indescrivibile da parte di costoro.
Questi comportamenti dimostrano chiaramente le logiche di “certi” personaggi; loro vedono solo la pagliuzza nell'occhio del vicino, ma non vedono, o non vogliono vedere, la trave nel proprio. Quando sono i loro amici di partito a dirigere il CIIP, mostrando chiaramente poca capacità e molta superficialità nell’affrontare le emergenze, non vanno messi in discussione, sono esenti da ogni critica; a questo punto non ci meraviglierebbe affatto se i rappresentanti della sinistra e del loro neo-alleato dovessero sostenere che i colibatteri presenti nell'acqua potabile di Folignano sono frutto di deiezioni di pecore o di galline berlusconiane».