Presenti, tra gli altri, l’assessore regionale Antonio Canzian, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Francesco Karrer, il presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani, i sindaci Guido Castelli (Ascoli Piceno), Giovanni Gaspari (San Benedetto del Tronto) Luigi Merli (Grottammare), il presidente provinciale Ance, Raniero Iacoponi, Masssimo Ubaldi, opresidente regionale dell'Ance, Massmo Ghiloni del Mercato privato dell'Associazione edili, e molti imprenditori del Piceno.
“Se il 2009 è stato un anno orribile, il 2010 non sarà ricordato sicuramente come quello della svolta.” Così Iacoponi ha aperto il convegno lanciando il grido d’allarme proveniente dal settore edile.
“Bastano pochi dati nazionali – ha proseguito il presidente Ance - per renderci conto della gravità del disagio, per quello che ancora sta succedendo: alla fine di quest’anno si prevede una perdita di circa il 17% in termini di investimenti, con un calo nel comparto delle nuove abitazioni che supererà il 30%. Si è riscontrata una perdita di circa 200mila posti di lavoro, nei confronti dei quali neppure la cassa integrazione, peraltro molto utilizzata, è riuscita ad offrire una sufficiente copertura. Nella nostra Provincia quello dell’edilizia è un settore produttivo molto importante, un settore che fino a ieri era servito a sostenere l’economia”.
Per Canzian, invece, è fondamentale il ruolo centrale delle pubbliche amministrazioni. “Per far ripartire una economia ancora in difficoltà - ha detto l’assessore - occorre la messa in campo di risorse finanziarie e un processo legislativo che semplifichi le procedure e ne accorci in modo sostanziale i tempi. Da anni siamo in attesa di una legge sul Governo del territorio che potrebbe e dovrebbe recepire tale esigenza introducendo anche strumenti agili e tarati sulle diverse esigenze, quali contratti di quartiere, piani di recupero, leasing immobiliare. Al contrario oggi abbiamo ancora un insieme di sistemi sovrapposti non sempre sequenziali con un ventaglio di richieste molto dispersivo e poco coerente”.
“ La P.A. – ha concluso Canzian - deve invece sempre più attivare metodologie di concertazione e di negoziazione come metodo base di cooperazione tra i soggetti interessati. Questo approccio sia esso mirato per l’edilizia pubblica sia esso mirato ad interventi nel settore dei lavori pubblici può consentire un forte rilancio del ruolo della P.A. e delle attività imprenditoriali”.
Gli interventi di altri relatori hanno fatto emergere che le cause della crisi nel settore edile le troviamo sì nell’incertezza dell’andamento dell’economia e nella domanda ai minimi storici, ma anche nell’immensa difficoltà a creare opportunità operative in tempi utili, in un clima di grande ostracismo burocratico. Tra i fattori che alimentano la crisi non si può non considerare l’oggettiva criticità del rapporto fra le P.A. e l’imprenditore edile, quali l’avvicendamento politico nelle amministrazioni pubbliche vanificano o tolgono attualità a quasi tutte le iniziative intraprese nella pianificazione urbanistica e nella realizzazione di opere edili pubbliche e private. Occorre, invece, la ricerca di nuovi modelli di proposizione imprenditoriale, che contengano investimenti sull’ambiente, sul sociale e sui servizi, che possano ridare alla politica e all’imprenditore un ruolo riconoscibile ed accreditato per una ripresa auspicabile.