Una congiuntura che sta creando sempre maggiori difficoltà in tante famiglie del nostro territorio.
Tutti sappiamo quante siano state, negli anni passati, le battaglie che pensavamo di dover vincere e che invece hanno comportato, inconcepibilmente, altrettante continue delusioni.
L’ultima (in ordine di tempo) è quella che, all’inizio di quest’anno, vide i dirigenti della nostra Provincia firmare l’intestazione di “tutti” i beni che i Fermani volevano al loro nuovo Ente. Compresi, nei conteggi relativi alla divisione del patrimonio immobiliare, persino quelli che ancora oggi pare siano di proprietà della Regione. Tanto che personaggi della Sua Amministrazione, di fronte a tale -a loro dire- inaspettato evento, altro non trovarono da dire che “a Fermo non daremo un centesimo” e poi “adesso dobbiamo salvare il salvabile”.
In merito a tali vicende, l’ultimo atto del Consiglio Provinciale, che si è pronunciato in senso fortemente negativo sulla soluzione della divisione del patrimonio e del personale voluta ed attuata dalla precedente Giunta provinciale, è stato pertanto motivato da quest’ultima estrema ed unica speranza. Tanto che, Celani ad adempiere a vari compiti ben precisi e a riferirne al Consiglio con l’approvazione della delibera n. 22 del 17 maggio scorso, il Consiglio provinciale “impegnò” in particolare il presidente , sulle azioni promosse e sugli eventuali risultati conseguiti, entro 60 giorni. Quel termine pertanto, ci corregga se inesatto, è abbondantemente scaduto dal 17 luglio scorso.
Alcuni giorni fa, da notizie di stampa, abbiamo però appreso che pare che la suddetta delibera “… non sia stata nemmeno trasmessa agli uffici legali di Palazzo San Filippo …”. Se quanto affermato fosse vero, crediamo che dovremmo almeno conoscerne le eventuali motivazioni, in quanto una tale eventualità potrebbe apparire come un atto di omissione, cioè una palese difformità rispetto al deliberato del Consiglio provinciale da Lei presieduto.
Ed ecco allora il motivo di questa nostra lettera.
Signor Presidente del Consiglio provinciale, La preghiamo di volerci far sapere, punto per punto, se e cosa sia stato attuato – ad oggi – di quella delibera (n. 22 del 17 maggio 2010) approvata quasi all’unanimità di voti dal Consiglio provinciale e se in ogni caso Ella non ritenga sia finalmente giunto il momento di convocare una apposita seduta del Consiglio provinciale come già stabilito nella stessa suddetta deliberazione.
La ringraziamo fin d’ora per le risposte che speriamo vivamente vorrà comunicarci, come nella sua consuetudine, in maniera chiara e sollecita".