Secondo una giornalista dell'Ansa, 5 ragazzini di 10- 11 anni, sulla spiaggia di Civitanova Marche, avrebbero aggredito un ambulante bengalese, prima verbalmente e poi fisicamente. Il tutto tra l'indifferenza dei genitori, che ci avrebbero riso su, e degli altri bagnanti.
«Trovo davvero strano che, chi ha assistito all’aggressione, non sia intervenuta a fermare quei bambini, come avrei fatto io stesso e credo i miei concittadini e i turisti presenti. Questa mattina sono andato nello stabilimento ed ho raccolto i commenti indignati delle persone. Sono esterrefatto che la vicenda sia accaduta a Civitanova Marche che, tutti lo possono testimoniare, non è una città razzista e dove in tanti anni non si è mai verificato un fatto del genere. Sono tanti gli extracomunitari che si sono integrati nella nostra comunità e che qui vivono e lavorano con le loro famiglie, in particolar modo nel settore della pesca che ha accolto tanti immigrati che vivono onestamente del loro lavoro. Anche il fenomeno dei venditori ambulanti sulle spiagge, pur nella sua anomalia, non è mai stato pretesto per turbative di nessun tipo. Quello che mi risulta, infatti, è che questi ragazzi, che cercano a modo loro di guadagnarsi da vivere, siano rispettosi e accettati. Ed è così da oltre 40 anni.
Capisco l’appetibilità giornalistica di diffondere certe notizie, ma a mio parere il fatto accaduto ieri va analizzato e compreso e non certamente stigmatizzato o peggio strumentalizzato per dipingere Civitanova come una città “indifferente e incapace di indignarsi”. In questi casi non si deve assolutamente generalizzare, ma occorre puntare il dito contro quegli adulti che non sono intervenuti a fermare i ragazzi che stavano prendendo a bersaglio il giovane bengalese.
Per parlare di bullismo non è sufficiente che si verifichi un singolo episodio, ma è certo indispensabile che scatti da parte dei genitori o comunque degli adulti che assistono a siffatte situazioni di disagio sociale, la giusta reazione che è quella di parlare con i loro figli e trasmettere loro gli strumenti per far nascere sentimenti di fratellanza e accoglienza, i soli in grado di contrastare l’istinto alla violenza e alla discriminazione. Solo moltiplicando gli esempi di solidarietà, ed è quello che queste mie parole voglio rappresentare, si potrà ottenere la giusta convivenza civile tra i popoli di ogni etnia.
Le istituzioni non debbono venir meno al loro impegno. Nel nostro Comune sono tante le iniziative attivate a sostegno della prevenzione delle devianze e delle dipendenze. Quello che possiamo fare è condannare episodi come quelli accaduti ieri, ma soprattutto proseguire nell’attivazione di progetti di educazione dei nostri figli e non abbassare mai la guardia».