Brancher, per cui la procura aveva chiesto la condanna a due anni di carcere e una multa di 6.000 euro, è stato riconosciuto colpevole di due episodi di ricettazione e due di appropriazione indebita -- dei sei che gli venivano contestati, mentre è stato assolto per due episodi di ricettazione.
La condanna tiene conto della riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato.
Secondo il legale del deputato Pdl, Piermaria Corso -- che insieme al collega Filippo Dinacci aveva chiesto l'assoluzione per il suo assistito --, "il giudice ha condiviso parzialmente la linea difensiva. In Italia il giudizio si articola su più gradi [di giudizio], aspettiamo di leggere le motivazioni".
L'accusa ipotizzava che, negli anni precedenti al 2005, Brancher avesse ricevuto dall'ex AD dell'allora Banca Popolare di Lodi -- ora confluita in Banco Popolare -- Gianpiero Fiorani somme di denaro che servivano a "cementare" una lobby parlamentare trasversale di sostegno all'allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Circostanze riferite dallo stesso Fiorani nel corso di un interrogatorio.
"L'unico che poteva smentire Fiorani e fornire una versione diversa dalla sua era Brancher, ma non è venuto. Non ho il rimorso di non averlo convocato. Gli ho chiesto di venire nella fase delle indagini, e non l'ha fatto, e anche dopo la chiusura dell'inchiesta", ha detto oggi il pm Eugenio Fusco nel corso della sua requisitoria.
Secondo il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, la condanna "è la prova provata della ragione per cui Aldo Brancher era stato nominato ministro da Silvio Berlusconi, ossia per poter usufruire del legittimo impedimento e farla franca".