Erano terrorizzate e nemmeno vederlo in manette, arrestato dai carabinieri di Civitanova che le avevano prestato soccorso, riusciva a tranquillizzarle. Da quella telefonata al comando di via Carnia che una delle due vittime era riuscita a farla furtivamente, l’operatore del 112 intuiva si trattasse di una o più donne in difficoltà, sicuramente private della libertà ed impossibilitate a fare una chiamata di soccorso.
Una telefonata confusa, con urla e pianti, attimi di terrore uditi in diretta dove si riusciva a comprendere che erano forse a bordo di un auto vicino all’altezza di un distributore di benzina, immaginando si potesse trattare di quello sulla statale 16 fra Porto Recanati e Porto Potenza. Venivano intanto indirizzate ed attivate le autoradio per le prime ricerche. Poi un'altra telefonata, sempre “rubata” dallo sguardo dell’aguzzino, che le localizzava a Porto Potenza a bordo di preciso modello di auto. Intercettata proprio mentre era ancora attiva la comunicazione da due gazzelle della compagnia di Civitanova. Inseguito per poche centinaia di metri, i carabinieri riuscivano a bloccarlo e fermarlo ponendo fine a quell’incubo durato 45 minuti circa.
Da Osimo a Civitanova, aveva costretto le due donne a salire sulla loro auto, si era impossessato delle chiavi, correva follemente, rischiava di fare e causare incidenti frontali con mezzi pesanti, intanto le palpeggiava ripetutamente e le malmenava con schiaffi e pugni sul volto. Era invasato anche perché guidava sotto l’effetto di alcool, peraltro senza patente perché già ritiratagli per guida in stato di ebrezza. L’uomo è stato rinchiuso alla casa circondariale di Ancona a disposizione del magistrato di turno del capoluogo maceratese.