Ipsia Sacconi, appello contro la soppressione di una classe

Ipsia Sacconi, appello contro la soppressione di una classe

Gli studenti vedrebbero compromesso il prosieguo degli studi e il conseguimento del diploma

«Desideriamo sottoporre alla vostra attenzione la situazione della suddetta classe, la cui formazione, richiesta per l’anno scolastico 2010\2011, in riferimento alle ultime comunicazioni dell’Ufficio Scolastico Provinciale, sembra essere compromessa, si tratta della sua soppressione, perché non corrispondente ai parametri previsti dalla vigente normativa. Le possibili sedi alternative sarebbero l’IPSIA di Fermo o l’ITI di S.Egidio alla Vibrata che, essendo un indirizzo simile ma diverso, potrebbe essere frequentato solo dopo il superamento di un esame.
I nostri ragazzi provengono non solo da Ascoli città, ma anche da paesi limitrofi e il raggiungimento di queste sedi sarebbe davvero difficile con tempi incompatibili con lo studio pomeridiano e con tutto ciò che concerne la vita di un adolescente. I ragazzi dovrebbero spostarsi con mezzi pubblici e i collegamenti offerti non sono ottimali. Riteniamo inoltre assurda l’interruzione di un corso di studi che, costituzionalmente, dovrebbe essere garantita.
Abbiamo chiesto anche l’intervento del Sindaco di Ascoli,  Guido Castelli, che, tempestivamente si è attivato chiedendo ed ottenendo incontri con l’Ufficio Scolastico Provinciale. Da parte sua l’Istituto ha inoltrato al competente Ufficio richiesta di deroga per le seguenti ragioni:
- Storicità del corso: si tratta della prima istituzione nel territorio provinciale (sin dal 1988);
- Posizione geografica centrale rispetto al territorio  dell’entroterra e della vallata;
- Qualificata offerta formativa testimoniata da: partecipazione a concorsi (spesso con esiti lusinghieri, cfr. ultimo in collaborazione con l’Ente Quintana), sfilate di moda (non solo nel territorio provinciale), in particolare si ricorda l’annuale adesione alla manifestazione indetta dai Sarti Piceni;
- Collaborazione con Enti pubblici, privati e associazioni culturali (scuole, teatri, Rotary club);
- Convenzioni con associazioni di categoria anche in vista della Riforma per garantire la qualità del marchio Made in Italy;
- Grave danno e pregiudizio alla città e al territorio e soprattutto agli studenti del terzo anno, che vedrebbero compromesso il prosieguo degli studi e il conseguimento del diploma, non potendo frequentare il quarto e il quinto anno nella provincia;
- Impossibilità di eventuale completamento della formazione in corsi di Laurea o di Specializzazione attivi nel territorio regionale (Università della Moda a Urbino).
Con questo appello vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica su una possibile perdita di offerta formativa di cui il nostro territorio, in questo momento di grave contingenza economica e sociale, ha particolare bisogno».