Intercettazioni, meno di cento 'bersagli' per la Procura di Ascoli

Intercettazioni, meno di cento 'bersagli' per la Procura di Ascoli

Il Procuratore Michele Renzo ribadisce l'importanza di quest'arma contro la criminalità

I cosiddetti “bersagli” degli uffici giudiziari locali sono al di sotto dei 100 nel 2010, fino ad oggi, e nel corso degli anni c'è stato un decremento dei decreti disposti per le intercettazioni. Sui numeri il Procuratore tiene il riserbo, ma non smentisce i nostri dati.
Come si può notare, in raffronto alla popolazione della nuova provincia di Ascoli Piceno (220 mila abitanti), del numero degli intercettati si fa fatica a scriverne la percentuale.
E in quel numero, al di sotto dei 100 decreti d'intercettazione, si deve anche cogliere un'ulteriore verità. «Molto spesso – dice il Procuratore Michele Renzo – vengono poste in ascolto più linee telefoniche dello stesso soggetto che può avere intestate a proprio nome più numeri telefonici nel caso dei telefoni cellulari ad esempio.
Accade soprattutto per le indagini che hanno come obiettivo reati di tipo economico. Così si fa presto a ridurre nella statistica il numero degli individui sottoposti all'intercettazione».
Il dottor Michele Renzo chiede che “l'arma” delle intercettazioni resti così perché altrimenti gran parte delle indagini per droga verrebbero a cadere. Le forze dell'ordine difficilmente riuscirebbero a scoprire traffici di stupefacenti, si garantirebbero allora facile vita e cospicui guadagni alla criminalità. Tra l'altro, il Capo della Procura picena sfronda una serie di false immagini che comunemente i media generano nell'opinione pubblica.
«I cittadini quando si parla di intercettazioni pensano subito ai telefoni – dice il Procuratore Michele Renzo – in realtà quella delle intercettazioni è una dinamica complessa: si attuano intercettazioni ambientali che possono essere audio o video (con telecamere e microfoni nascosti, ndr) e i telefoni non c'entrano nulla. Si valutano i tabulati telefonici per trovare possibili interazioni tra diverse utenze ritenute sensibili.
Quindi dai numeri dei decreti delle intercettazioni occorrerebbe disaggregare solo quelle telefoniche e ci potremmo trovare di fronte ad un'ulteriore riduzione dei “bersagli”».
Resta la possibilità che durante l'ascolto di un'utenza sottoposta ad intercettazione giudiziaria vengano registrate voci e telefonate di persone che non c'entrano nulla con le indagini, ma questo non dipende dalla volontà degli inquirenti. Quelle persone, se non dicono nulla di rilevante ai fini dell'inchiesta e non si riscontri che siano coinvolte con l'intercettato sottoposto ad indagine penale, non avranno nessun effetto.
Ora, come è facile comprendere da questa analisi, i cittadini possono stare tranquilli. Il costo delle intercettazioni è elevato: dagli 8 ai 14 euro al giorno.
Le intercettazioni vengono richieste dai pubblici ministeri e vengono autorizzate da altri magistrati, i Gip (Giudici delle indagini preliminari) e devono avere particolari e concreti requisiti in campo penale per essere ammesse. Insomma … non siamo tutti intercettati.