Fermo, svastiche e minacce nel centro Caritas

Fermo, svastiche e minacce nel centro Caritas

Don Albanesi: «Connivenze di benpensanti che ‘coprono’ azioni stupide e aggressive»

 Il centro di accoglienza promosso e gestito dalla Caritas Diocesana nel quartiere Viale Trento di Fermo era già stato oggetto di simili atti nel novembre del 2009. In quell’occasione Casa Betesda aveva anche ricevuto una lettera di minacce.
«La nostra pazienza ha un limite, né intendiamo soggiacere a stupidità o, peggio ancora, a razzismi. – dichiara il direttore della Caritas, don Vinicio Albanesi - Non lo sopportiamo a nome dei molti volontari, delle suore, delle persone civili che operano per aiutare chi è in difficoltà».
«Considerate le modalità degli atti vandalici, - continua don Albanesi - siamo costretti a dedurre che nel quartiere e nella città esistano connivenze di benpensanti che ‘coprono’ le azioni stupide e aggressive che vorrebbero incutere timore. Non ci faremo certo intimidire da chi vorrebbe una città sana di soli ‘fermani’, dimenticando i problemi (e non sono pochi) che la stessa città vive. Sono gli stessi servizi sociali che spesso si rivolgono a Casa Betesda per situazioni di emergenza. – continua il direttore Caritas - Rivendichiamo l'impegno dei molti generosi che operano per il bene comune. L'appello alle forze dell'ordine perché individuino i facinorosi si fa pressante. Casa Betesda – conclude don Albanesi - è l'immagine della città solidale in cui si rispecchiano tutti i quartieri».

Solidarietà da Libera
«Esprimiamo solidarietà a tutti coloro che lavorano e si impegnano nella casa di accoglienza: il loro impegno quotidiano non merita di essere svilito da gesti razzisti e senza senso di poche persone che non mirano a costruire una società giusta e solidale ma intendono acuire situazioni di razzismo e odio.
Libera condanna con fermezza questi gesti ed esprime la propria vicinanza a tutti coloro che lavorano per la comunità – dice la referente provinciale di Libera Ascoli Piceno, Paola Senesi insieme al coordinamento - una società giusta inizia dalla solidarietà, dall’accoglienza e dal rispetto delle persona umana in ogni sua forma. La violenza delle parole e dei gesti non deve né intimidire né ostacolare il percorso che Casa Betesda ha iniziato nel suo territorio: siamo certi che le Forze dell’Ordine e la magistratura riusciranno a trovare gli autori di un gesto così vile. Noi siamo sempre dalla parte di chi lavora per il bene comune».

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